I cambiamenti climatici, con piogge
torrenziali, creano altri habitat dove le zanzare possono
propagarsi in zone dove non c'era prima la malaria rischiando di
portare epidemie "anche più pericolose", secondo Catteruccia.
Il controllo della malaria si basa, al momento, soprattutto
sull'uso di pesticidi che vengono somministrati tramite le
zanzariere perché le zanzare della malaria pungono soprattutto
di notte. Questa strategia ha funzionato per qualche anno ma
adesso le zanzare si sono adattate e hanno sviluppato resistenza
a questi insetticidi, che sono anche dannosi per l'ambiente".
"Stiamo cercando di trovare soluzioni sostenibili per bloccare
la trasmissione della malaria - osserva - che non dipendano
dagli insetticidi e abbiano un impatto ambientale minimo. L'idea
è quella di colpire il parassita. Invece di uccidere la zanzara,
uccidere il parassita che è il colpevole della malattia".
Questo metodo di controllo potrebbe essere "uno degli
strumenti per sconfiggere" la malaria, insieme ai vaccini e i
farmaci, c'è una bisogno di una combinazione di tecniche". È
poi fondamentale l'ascolto delle comunità locali, sottolinea la
scienziata raccontando che in alcuni casi "le persone usano le
zanzariere come reti da pesca perché non hanno altri strumenti
per pescare".
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