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Nursind, "ostetrica di famiglia è punto di riferimento"

Nursind, "ostetrica di famiglia è punto di riferimento"

Per infermieri, necessario investire in crescita professionale

ROMA, 03 maggio 2024, 12:32

Redazione ANSA

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Autonomia professionale, crescita stipendi e valorizzazione del ruolo dell'ostetrica, "l'unica figura non medica cui è consentita, in base alla direttiva europea 36 del 2005 ratificata nel 2007 dal nostro governo, la prescrizione di esami legati alla gravidanza". Così in una nota i segretari del sindacato infermieristico Nursind, in vista della Giornata internazionale dell'ostetrica del prossimo 5 maggio. "Peccato che ancora non tutte le Regioni siano provviste di un nomenclatore tariffario quindi, che tali prestazioni non siano considerate dal punto di vista economico in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale". Un'occasione mancata, per il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, "anche per incidere sulle liste d'attesa, oltre che sui costi del Ssn, che sarebbero minori potenziando appunto l'autonomia in capo alle ostetriche". Per la Nursind, in sostanza, si assite ad "una sottovalutazione di fondo da parte delle istituzioni di questa figura professionale, centrale per la donna non solo durante la gravidanza, ma dall'età dello sviluppo alla menopausa. Ma anche l'unica professionista che durante il parto prende in carico ben tre pazienti insieme: la mamma, il papà e il neonato". Di qui, la richiesta di una valorizzazione del suo ruolo: "Se non vogliamo allontanare sempre più i giovani da una delle più antiche professioni sanitarie, è necessario investire per garantire una crescita professionale e salariale all'ostetrica, oltre che riconoscerle una maggiore autonomia". Una valorizzazione che potrebbe invertire il trend della chiusura di punti nascita "calati tra il 2019 e il 2022 da 475 a 434 (dati Agenas) - continua Fausta Pileri, ostetrica e infermiera, membro della direzione nazionale Nursind-. Secondo l'ultimo annuario statistico del Ssn, negli ultimi dieci anni è stato chiuso ben un consultorio su dieci - spiega-. Così come non si interviene per contrastare la carenza di oltre 8mila ostetriche". Per Bottega e Pileri, "il Pnrr è un treno da non perdere. Per potenziare la medicina territoriale, infatti, non si può prescindere dall'ostetrica di famiglia. Un punto di riferimento sul territorio che, questo è il nostro auspicio, possa anche incidere positivamente sui parti non medicalizzati, avvicinando la soglia ancora alta dei cesarei a quel 10-15% fissato dall'Oms", concludono.
   

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