L'Associazione Medici di Origine
Straniera in Italia (Amsi), l'Unione Medica Euromediterranea
(Umem) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire hanno
espresso soddisfazione per la proroga fino al 2027 del
riconoscimento in deroga dei titoli esteri per i professionisti
sanitari approvata dalla Commissione Affari Costituzionali della
Camera.
La misura, spiegano le associazioni, è nata per contrastare
la carenza di personale sanitario. Rappresenta una risposta
concreta ma temporanea a una crisi che necessita di interventi
più strutturali e duraturi. "Non può essere una soluzione
definitiva", afferma in una nota Foad Aodi, presidente di Amsi e
Umem. "Serve una visione a lungo termine che arrivi almeno al
2030, e che garantisca il pieno inserimento e la valorizzazione
dei professionisti sanitari di origine straniera, nonché una
programmazione ordinata per il riconoscimento dei titoli".
Secondo le associazioni, negli ultimi tre anni il numero di
professionisti sanitari stranieri in Italia è cresciuto del 44%
e 2.630 strutture italiane se ne sono avvalse. "Non accettiamo
che i professionisti stranieri vengano visti come tappabuchi",
aggiunge Foad Aodi. "Essi rappresentano una risorsa essenziale e
devono essere integrati a pieno titolo, con pari dignità
economica e contrattuale rispetto ai colleghi italiani".
Particolarmente delicata la situazione dei professionisti
sanitari ucraini: sono circa 2.360 quelli integrati nelle
strutture sanitarie dal 2022. "Molti non riescono a reperire i
documenti necessari a causa della guerra", aggiunge Aodi. "È
fondamentale estendere la proroga anche a loro, altrimenti
rischiamo di perdere un contributo prezioso non solo per il
sistema sanitario italiano, ma anche per il percorso di
integrazione sociale di queste persone in fuga da conflitti
devastanti".
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