"Le Regioni cercano di danneggiare i
medici, interpretando in modo scorretto la defiscalizzazione
delle prestazioni aggiuntive prevista dalla legge 107/2024 sulla
riduzione delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie". È
quanto denuncia la federazione sindacale Cimo-Fesmed, che
minaccia "una valanga di ricorsi" in caso di applicazioni
erronee della norma.
In particolare, i sindacati mettono l'accento sui turni
notturni. "In un documento approvato lo scorso 7 novembre la
Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome esclude dalla
tassazione agevolata le prestazioni aggiuntive effettuate nelle
guardie notturne. Turni in cui, peraltro, il disagio vissuto dai
medici è considerevolmente superiore: qualora questa
interpretazione venisse applicata, quindi, difficilmente si
troverebbero medici disposti ad effettuare le prestazioni
aggiuntive di notte", aggiunge Cimo-Fesmed.
I "servizi di guardia notturna rientrano tra le prestazioni
funzionali al perseguimento della riduzione delle liste di
attesa e, dunque, anch'essi devono beneficiare della
defiscalizzazione al 15% prevista dalla legge", prosegue il
sindacato. "Abbiamo scritto alla Conferenza delle Regioni, al
ministero della Salute e al ministero dell'Economia evidenziando
la nostra posizione e chiedendo dunque che la norma sia
applicata nel modo corretto", conclude Guido Quici, presidente
della Federazione Cimo-Fesmed. "In caso contrario, siamo pronti
ad inondare i Tribunali di tutta Italia con una valanga di
ricorsi".
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