Visite "cronometrate" in
Calabria per la riduzione delle liste d'attesa. Lo rende noto la
Cisl medici regionale che in una nota definisce il provvedimento
"inaccettabile".
"In sostanza - afferma il rappresentante della Cisl Medici
Calabria Nino Accorinti - il decreto del commissario ad acta
della Regione Calabria assegna a ciascuna Azienda sanitaria
risorse per le prestazioni aggiuntive, svolte da personale
medico ed infermieristico, con il vincolo di utilizzo per la
riduzione delle liste di attesa, impegnandole all'adozione di un
piano operativo; nel contempo nell'allegato 2 si stabilisce il
tempo massimo di esecuzione di una visita specialistica o di un
esame radiologico. Eppure, già il Tar Lazio nel 2018 ha bocciato
le visite 'a tempo' e riconosciuto l'autonomia di giudizio del
professionista circa la congruità del tempo da riservare a
ciascuna visita".
Accorinti cita alcune tempistiche previste nel decreto: 20
minuti per una prima visita cardiologica, ginecologica o
oculistica, ecc.; 30 per una risonanza del cervello anche se
eseguita con mezzo di contrasto; 15 per un elettrocardiogramma
dinamico. "Sotto la mannaia - prosegue - anche altri esami
diagnostici".
La Cisl medici, quindi, "ritiene questa regolamentazione
inaccettabile sia dal punto di vista contrattuale, andando oltre
i vincoli normativi e violando gli accordi pattizi nella
specialistica ambulatoriale, e sia dal punto di vista
deontologico, poiché il rapporto medico-paziente non può essere
cronometrato, prescindendo da tutte le peculiarità e complessità
eventualmente emergenti nella visita del singolo paziente.
Inoltre, cronometrare le prestazioni sanitarie non garantisce la
qualità, l'appropriatezza e la sicurezza delle cure, incidendo
sulla tutela del diritto alla salute dei cittadini ed oltremodo
sulla responsabilità dei medici, ai quali è preclusa una analisi
accurata e attenta del paziente".
"La Cisl medici - conclude Accorinti - pur condividendo
l'esigenza di ridurre le liste di attesa, nel rispetto dei
criteri di efficienza e di appropriatezza nella erogazione delle
prestazioni, non può rimanere inerte davanti alla decisione
della Regione e delle Aziende di creare limiti alla libertà ed
all'indipendenza della professione medica, prevedendo visite
'cronometrate' incompatibili con l'etica e la sicurezza delle
cure, e quindi ha dato mandato ai propri legali di valutare ogni
possibile iniziativa a tutela dei professionisti e dei
pazienti".
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