Le malattie reumatologiche "sono
più di 200, ma agli inizi dell'800 erano quasi sconosciute. A
contribuire agli studi per la loro individuazione e allo
sviluppo di terapie è stata la pubblicità, nata in quegli anni e
diventata subito il mezzo di diffusione prediletto per le
aziende farmaceutiche".
A seguito di un bando indetto dalla Sir (Società italiana di
reumatologia) e rivolto ai suoi soci, "sono state individuate -
è scritto in un comunicato - due realtà prestigiose che
ospiteranno la mostra 'Storia della pubblicità farmaceutica per
la terapia del dolore e delle malattie reumatologiche': Forlì e
Potenza. Domani, sabato 14 ottobre, verrà inaugurata
l'esposizione nel capoluogo lucano, nel Museo archeologico
nazionale della Basilicata 'Dinu Adamesteau'. Sarà visitabile
fino a domenica 22 ottobre, dalle 9 alle 20.
"Le malattie reumatologiche colpiscono oltre cinque milioni e
mezzo di pazienti - spiega Gian Domenico Sebastiani, presidente
della Sir -: studiarne la storia aiuta a comprenderne i
meccanismi, per garantire terapie innovative ai malati. È con
questo obiettivo che nel 2020, a Venezia, è nato l'Istituto di
Storia di Reumatologia, per volere della Società Italiana di
Reumatologia. Oggi, mostrare l'impatto che la propaganda ha
avuto sull'individuazione di nuove patologie e sulla ricerca
permette di comprenderne l'enorme potenzialità, anche in termini
di prevenzione e di corretta interpretazione dei sintomi: in
quest'area della medicina, infatti, i pazienti spesso attendono
anche anni prima di ricevere una diagnosi. Una situazione sulla
quale Sir è impegnata in prima linea, perché diagnosi precoce
significa migliore qualità di vita".
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