Una immunoterapia locale che si
somministra direttamente dentro il tumore della pelle riduce del
41% il rischio di recidiva o morte e del 40% la comparsa di
metastasi a distanza: sono i risultati positivi di un trial
clinico su pazienti con melanoma resecatile localmente avanzato;
la terapia è locale, ma la sua efficacia ha un raggio d'azione
sistemico. Si tratta dello studio Pivotal su 256 pazienti
reclutati in 22 centri clinici in Germania, Italia, Francia e
Polonia, coordinato dall'ospedale universitario
Schleswig-Holstein di Kiel, in Germania, e oggi al centro del
primo congresso Innovate - International Neoadjuvant
Immunotherapy Across Cancers che si apre oggi a Napoli. Il
farmaco immunoterapico si somministra prima dell'intervento
chirurgico. E' una combinazione di due citochine,
l'interleuchina 2 (IL2) ed al fattore di necrosi tumorale (TNF)
che, somministrate insieme, innescano localmente una risposta
immunitaria che ha anche effetti a distanza.
"Pivotal è il primo studio di Fase III in cui un farmaco
locoregionale mostra una superiorità come terapia neoadiuvante,
cioè prima dell'intervento chirurgico di rimozione del melanoma,
rispetto alla sola chirurgia, anche nella riduzione della
comparsa di metastasi distanti, mostrando così un'efficacia
sistemica - commenta Paolo Ascierto, presidente del congresso,
nonché presidente della Fondazione Melanoma e direttore
dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e
Terapie Innovative dell'Istituto Pascale di Napoli -. Un'altra
importante novità è che a beneficiare di questo trattamento non
sono solo i pazienti che non avevano ricevuto prima alcuna
terapia, ma anche coloro già precedentemente trattati con
l'immunoterapia. Questo significa che con il nuovo farmaco è
possibile offrire ai pazienti con melanoma localmente avanzato
un'ulteriore opportunità terapeutica".
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