Una paziente dializzata di
68 anni che rischiava di perdere un braccio è stata salvata dal
team sanitario del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. La
procedura è stata realizzata grazie al lavoro di squadra delle
equipe di Chirurgia vascolare, Nefrologia e Radiologia
interventistica e all'utilizzo di tecnologia d'avanguardia.
Una trombosi venosa centrale acuta impediva lo scarico della
fistola artero-venosa (Fav) utilizzata per la dialisi. La
paziente, che soffre di una grave insufficienza renale da oltre
15 anni e necessita di trattamento dialitico per depurare il
sangue, era affetta da multiple patologie. La signora, come
tanti pazienti dializzati, è portatrice di una Fav, un
collegamento vascolare fra un'arteria e una vena creato
chirurgicamente, solitamente a livello degli arti superiori, per
consentire la dialisi. La Fav aveva cominciato a non funzionare
bene all'improvviso, mettendo a rischio l'integrità stessa
dell'arto. La paziente quindi è stata sottoposta a un delicato
intervento endovascolare.
"Complimenti e gratitudine ai professionisti - ha detto il
direttore del presidio ospedaliero provinciale Giorgio Mazzi -
Si tratta di un ottimo esempio di sinergia e collaborazione tra
strutture del Santa Maria Nuova che ha consentito di gestire in
modo ottimale una situazione critica, grazie alle
professionalità in campo e alla disponibilità di mezzi e
competenza a vantaggio dei cittadini".
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