Fare chiarezza sulla recente
attivazione del numero unico di emergenza (Nue), vale a dire il
112, e del motivo per il quale gli amministratori dei territori
coinvolti non sono stati informati. Lo chiede la consigliera
regionale dell'Emilia-Romagna Marta Evangelisti (FdI) in una
interrogazione rivolta alla Giunta.
Il numero unico 112, è entrato oggi in funzione a Bologna e
in alcune zone dei dintorni, "ma sarà ancora possibile chiamare
il 113, 115, 118 e 1530 e le chiamate saranno convogliate verso
la Centrale unica di risposta (Cur)", dice la consigliera, che
ricorda l'intervento del 2020, in audizione bicamerale in
Parlamento, di Mario Balzanelli, presidente nazionale della SIS
118 (società italiana sistema 118) che, tra le altre cose,
"sollecitava il ripristino dell'accesso diretto al sistema di
emergenza sanitaria territoriale attraverso il numero 118"
evidenziando che "la tragica esperienza del Covid-19 ha
dimostrato la più assoluta inutilità e pericolosità di un doppio
passaggio tra centrali operative per chi si trovi in imminente
pericolo di vita".
La capogruppo precisa anche che "partire dai territori
dell'Appennino bolognese, quelli cioè con prefisso 0534,
significa davvero non avere nessuna contezza della situazione
degli stessi, dove molto spesso la differenza tra la vita e la
morte la fa la velocità dell'intervento, spesso ostacolato sia
dall'impossibilità di avere segnale telefonico sia dalla
situazione della viabilità inasprita dalle condizioni meteo".
Infine, l'attivazione del numero unico "non risulterebbe stata
comunicata agli amministratori locali interessati".
Evangelisti chiede dunque alla giunta "se intenda fare proprie
le osservazioni espresse dal presidente nazionale della SIS
118". Inoltre, si chiede "se stia stata considerata la
particolare situazione disagiata dei territori dell'Appennino
bolognese" e di "procedere ad un monitoraggio periodico dei
tempi di gestione delle emergenze per valutare eventuali
interventi correttivi".
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