"Salviamo la sanità pubblica" è lo
slogan che ha contrassegnato stamani davanti all'ospedale Santa
Maria della Misericordia di Udine, il flash mob degli operatori
sanitari organizzato dall'intersindacale medica regionale del
Fvg.
Subito dopo la protesta, gli operatori hanno timbrato il
cartellino e hanno continuato a lavorare al nosocomio udinese,
fino all'incontro di questo pomeriggio, nel quale si è
manifestato ancora per il dritto alla salute e sono stati
nuovamente denunciati i problemi che hanno determinato la
mobilitazione, tra i quali "la perdurante mancanza di
attrattività delle professioni mediche e di incentivi per i
beginners".
Tra gli intervenuti, Giulio Andolfato (Cimo-Fesmed), Riccardo
Lucis (Anaao-Assomed), Stefano Bressan (Uil Fpl), Fernanda
Campora (Aaroi-Emac), Liana Fabi (Fp Cgil medici). Negli ultimi
tre anni, in Fvg hanno lasciato le professioni sanitarie 3.000
operatori, ha sottolineato l'intersindacale, di cui la metà per
andare nel privato, a fronte di un fabbisogno attuale del
sistema regionale di almeno 500 medici e 1.000 infermieri.
"Servono incentivi per i giovani - è stato detto -, occorre
lavorare insieme alle università".
L'intersindacale medica ha poi annunciato che le
mobilitazioni in difesa della sanità pubblica proseguiranno nei
prossimi mesi, fino a una manifestazione nazionale in programma
a settembre a Roma, alla quale parteciperanno le rappresentanze
sindacali del Fvg.
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