Ha al suo attivo più di 740
trapianti di cuore la cardiochirurgia di Udine, che attraverso
l'adozione di nuove tecnologie per la preservazione dell'organo
da trapiantare, è diventata un centro di riferimento nazionale e
internazionale, riuscendo a realizzare con successo il trapianto
di cuore a due persone in contemporanea, utilizzando cuori
prelevati in due regioni lontane tra loro e dal Friuli Venezia
Giulia.
Due casi urgenti: un ragazzo di 25 anni con una cardiomiopatia
aritmogena in fase terminale e un uomo di 68 anni, già portatore
di un sistema di assistenza ventricolare sinistra. A
sottolineare l'eccellenza della cardiochirurgia è Denis
Caporale, direttore generale dell'Azienda sanitaria
universitaria Friuli centrale, cui la struttura fa capo.
Dal primo trapianto, fa sapere l'Asufc in una nota,
effettuato il 23 novembre del 1985, la cardiochirurgia friulana
"ha saputo sviluppare competenze e percorsi organizzativi che
hanno permesso un progressivo incremento dei trapianti fino a
raggiungere un numero costantemente superiore a 20 per anno, e
anche il numero di 80 prelievi effettuati".
Il centro ha esplorato "nuove metodiche per la preservazione
dell'organo da trapiantare, e in questi ultimi anni sono stati
sviluppati nuovi e sofisticati dispositivi per la preservazione
del cuore durante il trasporto a temperatura controllata. In
particolare - si legge nella nota - sistemi di preservazione
normotermici, che hanno permesso da un lato di ridurre il tempo
di ischemia e dall'altro di allungare il tempo di conservazione
dell'organo prima dell'impianto". Una tecnologia che permette di
prelevare cuori anche all'estero (come realizzato dalla
Cardiochirurgia di Udine in Francia, Grecia, Svizzera negli
ultimi mesi) che difficilmente verrebbero utilizzati per
l'elevata distanza e quindi il rischio di ischemia prolungata.
Oltre ai trapianti di cuore, Udine effettua trapianti di
fegato, pancreas, rene e midollo.
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