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Tumori: identificato un nuovo 'motore' del mieloma multiplo

Tumori: identificato un nuovo 'motore' del mieloma multiplo

Studio italiano, colpire un Rna può uccidere le cellule tumorali

ROMA, 23 ottobre 2024, 14:49

Redazione ANSA

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Un Rna lungo non codificante (lngRna) svolge un ruolo chiave nella progressione del mieloma multiplo e colpirlo selettivamente con farmaci mirati potrebbe uccidere le cellule tumorali o potenziare l'attività di farmaci già in uso.
    È quanto hanno scoperto ricercatori dell'Università Magna Graecia di Catanzaro in collaborazione con lo Human Technopole di Milano in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Blood.
    Il mieloma multiplo resta un tumore difficile da curare: le nuove terapie hanno prodotto un significativo miglioramento delle prospettive di sopravvivenza, ma la malattia ha ancora nella maggioranza dei casi una prognosi sfavorevole.
    Lo studio, sostenuto da Fondazione Airc, si è concentrato sullo studio dei "long non coding Rna (in breve, lncRna)", una classe di Rna che non vengono tradotti in proteine e che negli ultimi anni si sono rivelati un attore chiave nello sviluppo e nella progressione tumorale e nella resistenza ai trattamenti.
    "Abbiamo identificato alcuni lncRna essenziali per la crescita del tumore, altamente espressi nelle cellule di mieloma e associati a prognosi sfavorevole. Tra questi abbiamo selezionato il lngRna più promettente dal punto di vista terapeutico", ha spiegato la prima firmataria dello studio Katia Grillone, ricercatrice all'Università Magna Graecia. Il lngRna identificato è denominato RP11-350G8.5; "colpire selettivamente questo Rna può produrre tossicità nelle cellule cancerose, potenziare l'attività di farmaci già in uso per la terapia del mieloma e attivare anche una risposta immunitaria anti-tumorale", sottolinea ancora Grillone.
    "Questo complesso studio multidisciplinare ci ha consentito di ottenere nuove informazioni su quella parte di Rna che ancora oggi è considerata la materia oscura del genoma umano", ha affermato il coordinatore della ricerca Pierfrancesco Tassone, che guida il gruppo di Ricerca di Oncologia Medica Traslazionale dell'Università Magna Graecia. "I risultati ottenuti aprono la strada alla possibilità di nuove applicazioni cliniche".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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