"Espandere la collaborazione
globale e intersettoriale, investire nella preparazione del
sistema sanitario, creare le condizioni per una diagnosi precoce
e accurata, accelerare lo sviluppo e l'erogazione di cure per
l'Alzheimer, promuovere la ricerca, l'accesso e l'equità in
tutto il mondo". Sono le azioni che le Associazioni dei pazienti
di Alzheimer chiedono ai leader del G7: "è sfida mondiale, agire
al più presto per una risposta globale sostenibile".
L'appello è stato lanciato in occasione di "Promuovere la
collaborazione globale per la demenza, la salute del cervello e
l'invecchiamento sano: continuare l'impegno del G7", uno degli
eventi collaterali alla riunione dei ministri della Salute del
G7 ad Ancona (9, 10 e 11 ottobre), da Davos Alzheimer's
Collaborative (Dac), European Brain Council, Global Ceo
Initiative on Alzheimer's Disease, Associazione Italiana
Malattia di Alzheimer e Fondazione Prada.
E' un appello ai leader del G7, fa sapere Dac, affinché
"affrontino la crescente sfida globale dell'Alzheimer e della
demenza, adottando le misure necessarie per garantire un accesso
equo alle terapie e alle altre innovazioni disponibili". Ad oggi
"sono circa 55 milioni le persone nel mondo che soffrono di
Alzheimer; entro il 2050 il numero è destinato a triplicare"; la
malattia di Alzheimer coinvolge direttamente anche familiari e
caregiver che devono lasciare il lavoro per prestare assistenza
e seguire i propri cari. La demenza incide con costi diretti
sull'economia globale maggiori a 1.300 miliardi di dollari ogni
anno ma il carico emotivo è inestimabile. Innumerevoli persone
sono morte lentamente a causa di questa malattia devastante, e
ha segnato la vita di milioni di altre persone".
"La richiesta di trovare una terapia in grado di modificare
il corso della malattia entro il 2025 fatta al Vertice G8 del
2013 - ricorda l'associazione - ha posto le basi per la ricerca
sull'Alzheimer. Oggi sono disponibili e approvati negli Stati
Uniti, nel Regno Unito, in Giappone, a Hong Kong, nella Corea
del Sud, negli Emirati, in Israele e in Cina trattamenti
innovativi per la malattia; tuttavia, queste terapie non sono
equamente accessibili neanche in questi Paesi, il che crea gravi
lacune nonostante l'approvazione a livello normativo. Inoltre,
molti pazienti e persone a rischio di sviluppare l'Alzheimer non
hanno ancora accesso alle cure più recenti per il rilevamento
del deterioramento cognitivo e la diagnosi. L'insieme di questi
fattori aggrava notevolmente le disparità sanitarie nel mondo".
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