Le risposte alla domanda di salute
non può venire solo dalle strutture ospedaliere. "Oggi c'è un
approccio alla salute molto legato alla struttura ospedaliera.
Invece la salute è altro, dipende dalla prevenzione, dallo stile
di vita, da quello che mangiamo e, ancora, dipende da quello che
facciamo quotidianamente" e parlando delle Marche, regione tra
le più longeve d'Italia, la necessità è quella di "innalzare la
qualità della vita dei nostri cittadini e delle nostre
comunità". Lo ha detto il presidente della Regione Marche,
Francesco Acquaroli, aprendo i lavori della Sessione
Programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli
Utenti (Cncu) - Regioni dal titolo 'Diritto universale alla
salute globale: le proposte dei consumatori al G7 Salute' in
svolgimento ad Ancona.
L'attenzione, ha spiegato Acquaroli, deve essere rivolta
sicuramente a "garantire i servizi ovunque, anche nelle aree
interne, dove la longevità è ancora più forte, garantire
l'accessibilità, la presa in carico dei pazienti, ma bisogna
anche essere in grado di trovare una sostenibilità anche dal
punto di vista professionale con al presenza degli specialisti".
La sfida è "garantire l'accesso alla salute da parte di tutti".
E in questo senso Acquaroli ritiene che "se riuscissimo a
filtrare prima la domanda, con azioni di prevenzione o screening
o con un'azione sul territorio saremo in grado di
ridurrel'impatto della domanda sanitaria di prestazioni rispetto
alle strutture ospedaliere" generando un " sollievo delle
comunità, degli utenti e dei pazienti, ma anche delle strutture
sanitarie". Infatti "il ricovero ospedaliero minimo ha un costo
che è superiore rispetto allo stesso trattamento fatto sul
territorio in assistenza domiciliare o con strutture
periferiche". Oggi invece paghiamo il fatto che la sanità
"purtroppo è costituita in gran parte di inappropriatezza di
prestazione".
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