Il fenomeno del 'nomadismo
sanitario' per ricoveri ordinari è più incidente tra i residenti
nel Mezzogiorno d'Italia (11,1% nel 2022), dove, in misura
maggiore, alla componente fisiologica della prossimità
territoriale si somma quella patologica della necessità di
trovare altrove la qualità della prestazione. In particolare, le
regioni dove il fenomeno è più ampio sono Molise (30,4% di
migranti sanitari per ricovero ordinario), Basilicata (28,5%) e
Calabria (21,3%). E' quanto emerge dal 21esimo Rapporto annuale
'Ospedali e Salute' promosso dall'Aiop, realizzato dal Censis e
pubblicato da 'FrancoAngeli open access'. Il dettaglio dei
flussi in entrata e in uscita, disponibile al 2021, evidenzia
come le direttrici di mobilità convergano soprattutto verso la
Lombardia. Seguono l'Emilia-Romagna (rispettivamente 17,4% e
11,3%) e il Lazio, con un indice di attrazione pari al 10,3% in
relazione al ricovero ordinario, ma il record di attrattività
per i ricoveri in regime diurno (day hospital/surgery), pari al
20,4% del totale dei ricoverati fuori regione.
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