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Sla, con origine etnica mista malattia meno probabile

Sla, con origine etnica mista malattia meno probabile

Studio del professor Giancarlo Logroscino dell'Ateneo di Bari

BARI, 11 agosto 2023, 14:04

Redazione ANSA

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Avere un'origine etnica mista diminuisce le possibilità di contrarre la Sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che colpisce in Puglia tra le 120 e le 130 persone ogni anno e in Italia circa 1.800. E' quanto emerge da uno uno studio internazionale, 'Laenals', guidato dal professor Giancarlo Logroscino, direttore del centro per le Malattie Neurodegenerative e l'Invecchiamento Cerebrale dell'Università di Bari dell'ospedale G. Panico di Tricase, in provincia di Lecce, e dalla professoressa Orla Hardiman, full professor di Neurologia alla Trinity College University di Dublino.
    Lo studio osservazionale è stato condotto in America Latina, in particolare in Cile, Cuba e Uruguay. I tre Paesi sono stati scelti, viene evidenziato in una nota, per la varietà di etnie presenti e perché dotati di un servizio sanitario pubblico capace di dare una diagnosi della malattia certa, in tempi brevi, e senza escludere le persone economicamente più deboli.
    I risultati, presentati a fine luglio da Logroscino ad Encals, la conferenza internazionale più importante sulla Sla che si è tenuta a Barcellona, hanno dimostrato come "l'incidenza della Sla sia più bassa nelle popolazioni con origini miste (mulatti) rispetto agli ispanici e agli afroamericani, mentre la più alta in assoluto è quella nei caucasici". Non a caso, nei tre Paesi dove lo studio è stato condotto, la maggiore incidenza della malattia è stata osservata in Uruguay, "dove l'85% della popolazione è di origine europea".
    "Questi studi - spiega Logroscino - segnano un cambiamento epocale nell'ambito delle malattie neurodegenerative. Sebbene i casi di Sla di origine esclusivamente genetica siano solo tra il 2% e il 5%, lavorare sul genoma permette di individuare farmaci che agiscono direttamente sulla causa, quindi sulla produzione di proteine anomale, che viene bloccata, e riescono non solo a frenare il decorso della malattia, ma addirittura a invertirlo".
   
   

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