Il legame tra cervello e intestino
ed i nuovi approcci terapeutici per migliorare il benessere dei
bambini, in risposta all'aumento dei casi di ansia e disturbi
gastrointestinali in età pediatrica. Sono alcuni dei temi al
centro del 79mo congresso della Società italiana di pediatria
(Sip), in corso a Firenze.
Si stima, spiega una nota, che i disturbi gastrointestinali,
riguardino oltre il 5% della popolazione pediatrica nei Paesi
dell'area mediterranea. Tra le principali cause l'incremento di
ansia e depressione tra i bambini, aggravate dalla pandemia da
Covid. Secondo alcune stime un bambino su quattro soffre di
depressione e uno su cinque presenta disturbi d'ansia. Questa
situazione, allarmante per le implicazioni sul loro benessere,
sta spingendo la ricerca a esplorare sempre di più la complessa
interazione tra intestino e cervello. "È fondamentale
comprendere l'impatto che le emozioni e lo stress possono avere
sul benessere fisico dei bambini - sottolinea la professoressa
Annamaria Staiano, presidente Sip -. Spesso, a causa delle
naturali ansie dei genitori, si ricorre a esami non necessari
che, anziché rassicurare, finiscono per amplificare lo stress
nei più piccoli. Come Società italiana di pediatria, il nostro
obiettivo è supportare le famiglie nella gestione serena di
questi disturbi, fornendo strumenti basati sulle più recenti
evidenze scientifiche e promuovendo un approccio di cura
centrato sulla salute psico-fisica dei bambini". Non a caso, i
disordini funzionali dell'intestino sono ora chiamati "disturbi
dell'interazione intestino-cervello" (Dgbi), un termine che
enfatizza quanto questo legame sia cruciale per la nostra
salute. Questi disturbi possono manifestarsi in tutte le fasce
di età pediatrica: dai rigurgiti nei lattanti fino alla stipsi
funzionale e al colon irritabile nei bambini più grandi. Pur
essendo generalmente di lieve entità, rappresentano oltre il 50%
delle visite di gastroenterologia pediatrica. Un'alimentazione
corretta, a partire dai primi mille giorni di vita, è
fondamentale per il benessere fisico e mentale dei bambini. È
importante considerare non solo ciò che mangia il bambino, ma
anche la dieta della madre durante l'allattamento, poiché
quest'ultima può influenzare le preferenze alimentari del
neonato. Non vanno nemmeno sottovalutate le scelte in fase di
svezzamento.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA