"Qualcosa che riguarda la salute
di tutte e tutti, su cui da parecchio tempo la Toscana ha
dimostrato grande sensibilità e su cui il confronto è
fondamentale". Così il presidente della Regione Toscana Eugenio
Giani, parlando della medicina di genere, tema di cui si è
discusso al Congresso medico fiorentino, che proseguirà anche
domani, organizzato nell'auditorium di Careggi a Firenze e parte
del programma della "Toscana delle donne". Un evento formativo a
cui hanno partecipato, in presenza ed online, centinaia di
studenti, specializzandi e medici. "Una delle nuove frontiere da
perseguire nella costruzione delle politiche sanitarie"
sottolinea a sua volta l'assessore regionale al diritto alla
salute, Simone Bezzini. Una frontiera, si sottolinea in una
nota, dove la Toscana può rivendicare di essere per l'appunto
terra d'avanguardia, con progettualità che hanno anticipato
quelle poi diffuse in tutto Paese. Far crescere la medicina di
genere vuol dire investire dunque sulla formazione, sulla
costruzione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali
specifici e sulla costruzione di reti. "Tutto questo -
evidenzia Bezzini - può essere complicato in un contesto dove ci
sono elementi di difficoltà. Ma non bisogna farci piegare dalle
difficoltà quotidiane ma cercare di progettare e guardare al
futuro. Vuol dire, sulla medicina di genere come in altri
settori, lavorare su elementi di innovazione incrociando i
bisogni di salute che si stanno evolvendo. E in questo grande
importanza hanno i momenti formativi accanto all'assistenza".
"Quando si parla di medicina di genere - conclude - si tengono
insieme il diritto alla salute ed altri diritti fondamentali
della persona e la Toscana non vuole regredire di un millimetro
su questo e, se possibile, avanzare".
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