Favorire la migliore presa in cura
delle persone con Alzheimer in ospedale e sul territorio
nell'ottica di favorire l'umanizzazione delle cure durante i
delicati momenti di ricovero o di accesso in pronto soccorso. Un
'patto' tra personale sanitario, persone con Alzheimer e
familiari o caregiver per costruire insieme percorsi sempre più
ottimizzati e migliorarne la comunicazione. Con questi obiettivi
condivisi tra l'Asl Toscana sud est e l'Aima Arezzo
(Associazione italiana malattia di Alzheimer) è stata messa a
punto una brochure informativa che verrà distribuita nei presidi
ospedalieri e nel territorio aretino con alcune informazioni
utili sia per il paziente che per il familiare o caregiver.
All'interno della brochure sono riportati i diritti della
persona con Alzheimer quali, ad esempio, la permanenza nel
pronto soccorso per il tempo minimo indispensabile per gli
accertamenti, il trasferimento rapido in una sistemazione idonea
per limitare al massimo il disorientamento spazio-temporale.
Nell'opuscolo anche i "doveri" dei caregiver che adottano
comportamenti che non intralciano il buon funzionamento dei
pronto soccorso o delle strutture sanitarie, seguono
scrupolosamente le indicazioni fornite dal personale sanitario e
forniscono una adeguata informazione sulla terapia seguita del
proprio congiunto. La brochure fa parte di una progettualità
più ampia che sarà estesa anche nelle province di Grosseto e
Siena e mira a incentivare percorsi ad hoc affinché le persone
con Alzheimer o con altre forme di demenza abbiano una
assistenza sempre più sicura e di qualità, orientata ai bisogni
individuali.
Il progetto prevede, per le persone con Alzheimer o con
patologie simili che accedono in pronto soccorso, l'assegnazione
di un codice specifico al momento del triage per una presa in
cura dedicata e la presenza del familiare o caregiver anche
negli spazi solitamente interdetti alle visite. Nel caso in cui
la persona sia dimessa verso il proprio domicilio o una
residenza assistita, viene garantita la continuità tra setting
operativi ospedalieri e territoriali, attraverso la segnalazione
precoce da parte del pronto soccorso alla Centrale operativa
territoriale per l'attivazione dell'Infermiere di famiglia e
comunità; la dimissione deve essere accompagnata da indicazioni
sui servizi a cui rivolgersi nel territorio.
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