Da Assisi a Roma a piedi in sei giorni di cammino, sulle
tracce del percorso compiuto da San Francesco, per raccogliere
fondi per il reparto di oncologia dell'ospedale di Santorso
(Vicenza). E' l'impresa sportiva e solidale compiuta durante
l'estate da Luca Cortese, ex sindaco di Sarcedo (Vicenza),
culminata in una donazione di 2.700 euro che è stata consegnata
questa mattina all'Ulss 7 Pedemontana durante una breve
cerimonia all'interno del reparto dell'ospedale Alto Vicentino.
Nella sua impresa Cortese è stato sostenuto dall'Associazione
Raggio di Sole e dal gruppo podistico collegato, impegnati anche
nella raccolta fondi. Il ricavato, come spiegato dai vertici
sanitari, sarà utilizzato per finanziare progetti di formazione
per il personale, in particolare quello infermieristico, ma
anche per contribuire a iniziative rivolte direttamente ai
pazienti. "L'idea - spiega l'ex sindaco Cortese - è nata dopo
avere constatato la qualità dell'oncologia di Santorso, dove mia
madre è stata assistita: sentivo di voler fare qualcosa che
fosse un riconoscimento per la competenza e l'umanità di tutto
il personale del reparto e allo stesso tempo un modo per tenere
alta attenzione su questa malattia. Insieme ad un amico, con cui
avevamo già compiuto dei cammini in passato, abbiamo utilizzato
le nostre vacanze estive per questa iniziativa a fine di bene".
È stata un'esperienza molto bella, ammette, "sia sul piano
spirituale sia per i paesaggi in cui abbiamo camminato,
raccontando la nostra esperienza sui canali social così da
raccogliere donazioni, poi donate interamente all'ospedale".
Il direttore generale dell'Ulss 7 Carlo Bramezza, che ha
ringraziato l'associazione e quanti hanno sostenuto l'iniziativa
con una donazione, ha sottolineato l'importanza che "da
un'esperienza difficile sul piano umano come la malattia sia
nato un gesto di così grande generosità, che a propria volta ha
spronato l'attenzione e saputo coinvolgere molti altri
cittadini, questo la dice lunga sul rapporto anche umano che si
crea tra le nostre équipe e i pazienti con i loro familiari.
Anche questo significa fare buona medicina ed essere bravi
medici: saper costruire quella alleanza tra medico e paziente
che è essenziale e che spesso passa in secondo piano, perché si
tende a parlare di tecnologie e metodiche innovative, ma il
fattore umano rimane una risorsa fondamentale, perché il nostro
compito è prendere in carico non semplicemente il malato, ma la
persona nella sua interezza, inclusi i suoi cari".
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