Non c'è l'insegnante di sostegno in gita e lo studente con disabilità resta a casa. A denunciare quanto accaduto nei giorni scorsi è la madre di un 17enne non vedente dalla nascita, che frequenta la seconda superiore all'Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini di Torino. Come la donna ha raccontato sulle pagine dal quotidiano locale 'Cronaca Qui' e confermato telefonicamente all'ANSA, il ragazzo doveva partire con i suoi compagni per una gita di un giorno a Finale Ligure (Savona), però "nessuno dei due insegnanti di sostegno hanno dato propria disponibilità ad accompagnarlo". La mamma del 17enne aveva così proposto alla preside una soluzione: "Ho chiesto se l'educatrice dell'Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione, l'Irifor, che segue mio figlio tra scuola e casa, potesse andare con lui - racconta - ma mi è stato risposto che non poteva visto che non faceva parte del personale scolastico". A quel punto la preside ha proposto lei una soluzione: "L'unica maniera per poter far andare mio figlio in gita con tutta la classe era quella di accompagnarlo o io o mio marito. Ho detto di no, visto che un adolescente non vuole la mamma in gita con lui. A me è sembrato un voler scaricare le responsabilità, nessun valore aggiunto". Il ragazzo ci è rimasto male, afferma la madre, "ma è stato comprensivo". Però io vado avanti: ho intenzione di scrivere all'ufficio scolastico per segnalare la vicenda, perché non c'è stata nessuna inclusione in questo istituto frequentato da altri ragazzi disabili", conclude la madre del 17enne.
PRECISAZIONE - ROMA, 13 mag - In relazione alla notizia più in alto pubblicata, la Direttrice scolastica dell'Istituto Gobetti Marchesini Casale Arduini, professoressa Maria De Pietro, ha precisato quanto segue: "Le dichiarazioni riportate nell’articolo sono state estrapolate da un discorso ben più articolato, avvenuto tra me e la mamma dell’alunno e non possono ritenersi esaustive, data la delicatezza della questione che implica la salvaguardia della privacy di uno studente minore, con fragilità molto complesse nella gestione. Soltanto i docenti di sostegno della sua classe potevano accompagnarlo in gita in quanto sanno come intervenire in caso di urgenze e necessità. Poiché impossibilitati, ho invitato la mamma ad andare con suo figlio in quanto persona di riferimento. La proposta era ragionevole nell’ottica di un rapporto collaborativo tra scuola-famiglia ma la mamma non l’ha accolta per una questione di principio. L’IS Gobetti Marchesini Casale Arduino, nell’ambito di una didattica inclusiva, programma innumerevoli iniziative per tutti gli studenti, e quindi l’alunno, sempre accompagnato dai docenti anche di sostegno, ha partecipato a molteplici attività come le uscite: Parco Zoom, Teatro S. Giuseppe, corso di nuoto, tutte a totale carico economico della scuola. E’ dovere del Dirigente organizzare le attività inclusive ma in sicurezza, preservando l’incolumità degli studenti e garantendo il loro 'ben-essere'. Noi lo abbiamo garantito! Infatti la madre ha dichiarato che il figlio viene a scuola volentieri. Rispettosa della privacy non posso entrare nello specifico della situazione; di contro osservo che la questione di “principio” della madre è stata prioritaria rispetto al soddisfacimento del desiderio del figlio e che le foto del minore pubblicate con il consenso dei genitori adesso girano sul web. Non esprimo un giudizio di valore, in quanto rispettosa delle scelte altrui, ma chiudo con una riflessione strettamente personale: è stata davvero la Scuola a creare disagio psicologico?".
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