"Un pugno nello stomaco di centinaia
di migliaia di famiglie italiane, impegnate ogni giorno a
superare ostacoli, disservizi e solitudine per dare un presente
e un futuro di dignità ai propri figli". Così, in una nota,
Giovanni Marino, presidente nazionale Angsa (Associazione
nazionale genitori persone con autismo) interviene sulle parole
del generare Roberto Vannacci sulle classi differenziate per i
ragazzi con disabilità, definendole "un segno della violenza
sorda e feroce che serpeggia ovunque nel nostro tempo". "E' la
violenza della superficialità - afferma - quella che semplifica
e risolve i problemi pensando di cancellare la complessità
aprendo ghetti chiusi con anni di lotte, impegno e studio, con
la ricerca quotidiana di una soluzione tesa a rendere la vita
dei disabili degna di essere vissuta ad iniziare dai banchi di
scuola. Le classi separate evocate dal generale Vannacci
sarebbero il ghetto, per tutti i disabili ed in particolare per
i ragazzi con autismo che ne sono la maggioranza. E' come dire
alle famiglie, lasciate stare, non perdete tempo a migliorare la
vita dei vostri figli. Il suo non è un pensiero isolato,
folcloristico. Nei mesi scorsi con parole diverse, ma
sostanzialmente simili, la stessa ipotesi è stata evocata da
Galli delle Loggia, noto intellettuale. Vuol dire che il tema è
argomento di riflessione sottovoce e ipocrita, di una parte
della società civile. Il nostro paese porta alta la bandiera
dell'inclusione che è valore e patrimonio di tutte le forze
politiche, il Parlamento ha prodotto leggi considerate un
esempio in Europa e nel mondo. Il generale Vannacci, se eletto
quale Italia andrà a rappresentare nel Consiglio europeo? E'
triste constatare che per raccogliere qualche ipotetico voto in
più non si esita a candidare personaggi che immettono nel
tritacarne della comunicazione politica robuste dosi di cinismo
e nelle case delle famiglie con un disabile riversano ottusa
violenza".
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