Il problema delle liste d'attesa
"sarà vivo e vegeto ancora per molto. Indubbiamente, da un lato
sono state poste le basi sia per conoscere meglio il fenomeno,
visto che oggi non disponiamo di dati reali da tutte le Regioni,
dall'altro sono stati previsti numerosi strumenti potenzialmente
efficaci per riequilibrare domanda e offerta. Ma servirà tempo,
oltre che una stretta collaborazione delle Regioni che hanno già
annunciato la richiesta di modifiche al decreto, visto che di
fatto non c'è stata concertazione". Lo ha detto Nino
Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervistato
dal Qn.
Tra i punti positivi, per Cartabellotta, c'è "indubbiamente
la Piattaforma nazionale per le liste d'attesa, che servirà a
realizzare un monitoraggio rigoroso per le varie prestazioni
sanitarie in tutte le Regioni con le stesse modalità. Oltre
all'estensione dei Cup regionali alle strutture private
accreditate, che permetterà una maggior trasparenza sull'offerta
reale di prestazioni, anche al fine di un'adeguata
programmazione e dell'identificazione di eventuali criticità".
Quello delle risorse, invece, "rimane il problema principale.
Infatti, la scure del Mef ha trasformato la bozza iniziale in un
decreto legge e in un disegno di legge soggetto a iter
parlamentare, anche per prendere tempo e capire dove reperire le
tutte le risorse necessarie. Perché senza un adeguato
potenziamento del personale sanitario tutte le misure rischiano
di essere inefficaci".
Un altro tema è quello dei turni estesi al sabato e alla
domenica: "Estendere i turni senza un adeguato aumento del
personale rischia di sovraccaricare ulteriormente medici e
infermieri. Se i professionisti sono sempre gli stessi e già
costretti a turni massacranti come faranno a erogare le
prestazioni anche il sabato e la domenica?".
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