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Ecco il volto di Irhoud, il più antico Homo sapiens finora noto

Ecco il volto di Irhoud, il più antico Homo sapiens finora noto

E' vissuto 315mila anni fa, ha viso e denti moderni e un cranio grande

22 giugno 2024, 13:51

di Benedetta Bianco

ANSACheck
1: Il risultato finale combina elementi tecnici e artistici (fonte: Moraes C., OrtogOnLineMag 2024) - RIPRODUZIONE RISERVATA

1: Il risultato finale combina elementi tecnici e artistici (fonte: Moraes C., OrtogOnLineMag 2024) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ha un volto Irhoud, il più antico Homo sapiens finora scoperto. I suoi resti risalgono a 315mila anni fa e prendono il nome dal luogo in cui sono stati rinvenuti, a partire dagli anni 60: Jebel Irhoud, in Marocco. Sono fossili importanti perché hanno riscritto la storia evolutiva dei primi esseri umani, portando l’origine della nostra specie fuori dall'Africa sub-sahariana e collocandone la comparsa circa 100mila anni prima di quanto si ritenesse.  

Lo studio, pubblicato sulla rivista OrtogOnLineMag, è il risultato delle scansioni in 3D di diversi elementi appartenenti a più di un individuo, eseguite grazie ai dati forniti dai ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck per l'Antropologia. A eseguire la ricostruzione è stato l’esperto brasiliano Cicero Moraes, noto per le ricostruzioni tridimensionali dei volti di molti personaggi storici, da Antonio da Padova a Francesco Petrarca.

In quest’ultimo lavoro di ricostruzione, Moraes ha utilizzato una combinazione di diversi approcci. “Ho scansionato il cranio in 3D – dice l’esperto – e ho utilizzato la tomografia di un essere umano moderno, deformandola in modo che il cranio del donatore si adattasse a quello di Jebel Irhoud”. Sono stati poi aggiunti altri dati provenienti dagli esseri umani moderni per prevedere lo spessore dei tessuti molli, l'aspetto del naso e altre caratteristiche del viso. E' emerso così che Irhoud ha viso e dentatura moderni e una scatola cranica grande, ma con caratteristiche arcaiche. 

“Il risultato finale è la combinazione di tutti questi elementi, che genera due gruppi di immagini”, aggiunge Moraes: “Uno oggettivo, con elementi più tecnici, senza capelli e in scala di grigi, e l’altro più artistico, che presenta anche il colore della pelle e i capelli”. Secondo l’esperto brasiliano, il cranio di Irhoud assomiglia molto a un altro, chiamato Skhul V, ritrovato in Israele e risalente a circa 120mila anni fa, ma presenta anche alcune caratteristiche compatibili con i Neanderthal e gli Heidelbergensis.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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