Grazie all'intelligenza artificiale sono state scoperte in Perù 303 nuove Linee di Nazca in sei mesi, quasi quante ne sono state scoperte dagli archeologi in 70 anni di ricerche. Il risultato è pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas) da un gruppo di ricercatori giapponesi della Yamagata University in collaborazione con Ibm e l'Università Parigi 1 Pantheon-Sorbonne.
Documentate per la prima volta nel XVI secolo dagli esploratori spagnoli, le Linee di Nazca sono degli antichi geoglifi, ovvero dei giganteschi disegni tracciati nel terreno di un altopiano desertico del Perù meridionale all'incirca 2.000 anni fa. Apprezzabili solo dall'alto, sono sempre più ricercati e studiati attraverso foto aeree, riprese da droni, immagini satellitari e scansioni Lidar.
Per sfruttare al meglio queste risorse, i ricercatori hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico addestrato a riconoscere i geoglifi e lo hanno impiegato per analizzare le immagini ad alta risoluzione dell'intera regione di Nazca. Come risultato, sono riusciti a individuare 303 nuovi disegni, che vanno così ad aggiungersi ai 430 già noti finora.
L'IA si è dimostrata abile anche nell'identificare i geoglifi in rilievo, che sono più piccoli e difficili da scovare rispetto ai grandi geoglifi di tipo lineare. Tra i geoglifi in rilievo, l'81,6% raffigura animali domestici o teste umane decapitate, mentre il 64% dei geoglifi di tipo lineare raffigura animali selvatici. I geoglifi in rilievo sono stati realizzati a una distanza media di 43 metri dai sentieri pedonali, probabilmente per trasmettere concetti culturali (relativi agli animali domestici e ai sacrifici umani) a coloro che camminavano lungo i sentieri. La posizione dei geoglifi lineari fa invece supporre che facessero parte di attività rituali della comunità.
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