(di Antonella Brianda)
Essere stati conservatori e
rispettosi della produzione in termini tradizionali: è questo il
grande vantaggio di Siddùra, l'azienda agricola e cantina nel
cuore della Gallura, a Luogosanto. È questo quello che dicono
all'unisono il suo direttore tecnico Mattia Piludu e l'enologo
Dino Dini. Ma è anche quello che ha da sempre, fin dalla sua
nascita, voluto sottolineare la proprietà, che ha fatto della
tradizione della viticoltura sarda, della testardaggine dei suoi
abitanti e della 'purezza' della natura, la sua cifra
stilistica, riconosciuta in tutta il mondo e attestata da oltre
760 premi conquistati nelle competizioni enologiche
internazionali e nazionali.
"Essere partecipi di questa conservazione e del rispetto
della tradizione è un vantaggio che Siddùra porta avanti con
orgoglio - sottolinea il direttore della cantina, Piludu -. I
riconoscimenti ottenuti stanno portando la Sardegna del vino ad
essere menzionata tra le regioni più importanti per la sua
produzione, cosa che fino a quindici anni fa non esisteva.
Proseguendo quella che è l'ispirazione dell'azienda che ha
investivo per preservare il territorio, molto attenta alla
sostenibilità, Siddùra continua a ricercare innovazioni
tecnologiche in campo agricolo che danno un supporto al lavoro
dell'uomo ma senza sostituirlo, con l'aggiunta di un supporto
informatico".
La conservazione della tradizione e l'introduzione di
tecniche avanzate sempre più ecosostenibili hanno portato
l'azienda vinicola di Luogosanto ad essere insignita del
riconoscimento di Confagricoltura tra le cento migliori imprese
agricole per attenzione alla sostenibilità nel corso
dell'edizione 2024.
Nei 40 ettari vitati, racchiusi all'interno di una tenuta di
duecento complessivi, i cui terreni si trovano in parte nella
località di Poldomo ad un'altezza sul mare che passa dai 300 ai
450 metri, vengono applicati i principi della viticoltura
integrata cercando di mantenere un equilibrio del sistema
vitivinicolo, garantendo il maggior rispetto possibile per la
tutela dell'ambiente e degli esseri viventi che lo compongono.
"In Siddùra è stata una scelta scontata - spiega l'enologo
Dini - perché siamo circondati dalla natura e per forza di cose
dovevamo lavorare in sincronia con l'ambiente circostante.
Questo è un aspetto che i consumatori ci riconoscono. Ancor
prima di arrivare e vedere le vigne, si è circondati da querce
da sughero, macchia mediterranea, granito e quando si arriva
verso la tenuta si apre uno scenario che fa comprendere al
meglio come questa viticoltura sia integrata con il territorio".
Rispettare e mantenere gli equilibri con gli insetti utili,
evitando l'uso di pesticidi, riducendo al minimo l'intervento
dell'uomo dal punto di vista chimico sulle piante, limitando
l'erosione del terreno vista la sua caratteristica granitica:
sono tutte azioni quotidiane svolte dell'azienda. A questa
sostenibilità si aggiunge la fondamentale gestione dell'acqua,
grazie alla sua raccolta durante il periodo invernale e agli
impianti di irrigazione dotati di un monitoraggio delle piante
attraverso sensori che ne rivelano la percentuale di umidità.
Novità ultima di Siddùra è l'uso di droni che riprendono
dall'alto lo stato di salute di tutta la tenuta. "Oltre
all'attenzione all'ambiente, per noi è di fondamentale
importanza il capitale umano dei nostri 35 dipendenti -
chiarisce Piludu -. Dal 2022 ci siamo chiesti come far vivere
bene chi lavora con noi, e quindi abbiamo iniziato a fare una
serie di azioni volte a farli stare meglio così che la loro
produttività sia migliore e vengano felicemente a lavoro.
Partendo da chi sta nei campi e cura le nostre piante, fino ai
nostri venditori che ogni giorno portano in giro il nome
dell'azienda in maniera minuziosa e con grande livello: sono
loro, i nostri dipendenti, la vera anima di Siddùra".
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