(di Maria Grazia Marilotti)
Si rafforza la rete a sostegno
del riconoscimento del marchio Igp per il Porcetto di Sardegna,
icona della gastronomia sarda. "Il dossier è quasi pronto, siamo
allo sprint finale, nel giro di qualche settimana lo presentiamo
al ministero delle politiche agricole e forestali e
all'assessorato regionale all'agricoltura, con l'auspicio che
possa arrivare entro il 2025 il bollino per l'Indicazione
Geografica Protetta del Porcetto nato, allevato e macellato in
Sardegna", ha sottolineato Giorgio Demurtas, presidente del
comitato promotore impegnato nella stesura del documento con il
supporto del comitato scientifico.
Demurtas ha anche lanciato un appello ai portatori di
interesse, allevatori, macellatori, porzionatori, per
un'adesione in massa al comitato. Un riconoscimento della tutela
degli allevatori e dei consumatori. Due le categorie, il
porcetto da latte, sino ai 10 chili e il porchettone sino ai 18
kg per coprire un' ampia fetta di mercato.
"È uno dei piatti principe dell' Isola simbolo identitario
grande opportunità economica, va tutelato per salvaguardare la
produzione locale sarda da invasione di maialetti che giungono
da fuori e certificare l'origine del prodotto", ha aggiunto
Demurtas. Questa mattina il comitato ha chiamato a raccolta in
un'assemblea pubblica a Cagliari il mondo agricolo, associazioni
di categoria, rappresentanti politici, enti, grande
distribuzione organizzata, amministratori e tecnici, sindacati,
sindaci, agenzie di sviluppo, agricole e sanitarie che si
occupano di sanità animale e ricerca.
"Un' ampia partecipazione per proseguire con determinazione
il percorso verso la certificazione. Sono oltre 11mila gli
allevamenti di suini - ha spiegato Gianni Battacone
dell'Università di Sassari - con quasi 162 mila capi e 60 mila
scrofe, con circa 195 mila lattonzoli a ottobre 2024". "Un
comparto che si sta lentamente risollevando. Dopo 40 anni di
peste suina ora dobbiamo alzare la testa e guardare avanti - ha
aggiunto Demurtas - sarà un grande risultato per tutta la
regione".
Disciplinare e meccanismo di controllo, tutela, sono i
capisaldi da cui il comitato tecnico e il comitato scientifico
sono partiti nella predisposizione del materiale. Forti della
esperienza del Consorzio dell'altra eccellenza a carne fresca
tutta sarda, l'agnello di Sardegna Igp, che ha fornito supporto
tecnico e logistico. "Per l'agnello Igp c'è stata una grande
risposta dal mercato. In dieci anni l'aumento del fatturato è
stato del 270% - ha spiegato il direttore del Contas Alessandro
Mazzette - con il Consorzio di tutela dell'Agnello che ha un
impatto regionale di 49 milioni di euro, possiamo testimoniare
l'importanza di fare rete parlare con un'unica voce per la
tutela di questa eccellenza".
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