Nato da una suggestione indotta dal
maestro Roberto De Simone per la scenografia de 'Il Re Bello',
il filone della rappresentazione pittorica dell'antichissimo
mito della 'Mater Matuta' (la Madre dell'Aurora, simbolo di
fertilità e di rigenerazione) ha spinto lo scenografo,
illustratore e pittore irpino 57enne Gennaro Vallifuoco a
declinare in 90 opere le 'Matres'. Sono esposte fino al primo
febbraio nel Museo Provinciale Campano di Capua (Caserta), un
luogo dove vi sono un centinaio di reperti in tufo raffiguranti
il mito e ritrovati a metà dell'Ottocento in un fondo agricolo
nel Comune di Curti. Sabato prossimo, 27 gennaio, alle 10.30,
sarà presentato il catalogo della mostra delle opere di
Vallifuoco.
"Ho realizzato le mie opere nel corso degli anni ricorrendo a
varie tecniche - spiga l'artista, docente di Scenografia
nell'Accademia di Belle Arti di Napoli - su tela, su carta, su
tavola. Installazioni multicolori in funzione simbolica come una
specie di 'cosmogonia', vale a dire ricorrendo ideologicamente
anche a valori simbolici di segno contemporaneo per rileggere
l'antico, pensando alle categorie degli elementi, delle
stagioni, dei cicli di rinnovamento". La Mater Matuta, aggiunge
il professor Vallifuoco, "è una divinità proveniente
probabilmente dalla cultura etrusca ma la sua genesi si perde
nella notte dei tempi". Madre del Mattino perché gli antichi le
attribuivano un valore di simbologia solare e di fecondità, di
rigenerazione.
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