Dopo il "grande
interesse" da parte del pubblico durante la 67/a edizione del
Festival dei Due Mondi, a partire dal 19 luglio è nuovamente
possibile visitare, fino a domenica 15 settembre, l'esposizione
"Gli anni Ferrara 2008-2020" curata da Piero Maccarinelli negli
spazi di via Saffi 12, a Spoleto.
A un anno dalla morte, quindi, il Festival omaggia Giorgio
Ferrara, direttore dal 2008 al 2020: "l'esposizione - spiegano i
promotori - è un'accurata selezione di costumi, materiale
d'archivio e fotografie. Le quattro sale della mostra propongono
un'immersione nel suo mondo creativo e in quello dei suoi
compagni di viaggio, offrendo un ritratto della sua
straordinaria eredità artistica. Cinquantadue fotografie
raccontano il mondo che gravitava intorno a Giorgio Ferrara,
dagli artisti coinvolti per le nuove produzioni a quelli
invitati a Spoleto (come Jean Paul Gautier), fino alle
personalità che venivano al Festival per vedere gli spettacoli".
Oltre che direttore, nei suoi 13 anni a Spoleto Ferrara è
stato anche regista di gran parte delle opere prodotte dal
Festival: una sala raccoglie le fotografie delle sue principali
regie liriche, insieme ai costumi di Gogo No Eiko e quelli de
"Le Nozze di Figaro", realizzati da Maurizio Galante. A "Le
Nozze di Figaro" è dedicata un'intera stanza: il pubblico potrà
rivedere l'intera opera circondato dai costumi e dalle parrucche
originali. Anche la seduta è d'eccezione, chi guarda può sedersi
su due troni delle scene originali realizzati da Dante Ferretti
e Francesca Lo Schiavo.
E ancora la mostra include due costumi da "Il Matrimonio
Segreto" di Piero Tosi del 2013, gentilmente concessi da Dino
Trappetti con il sostegno della Fondazione Carla Fendi. Fino al
15 settembre, all'ex-battistero della Manna d'Oro, è ancora
possibile la mostra "Legàmi", un progetto del fotografo Luis
Alberto Rodriguez e della set designer Afra Zamara per la
Fondazione Carla Fendi, main partner del Festival, in
collaborazione con Mahler & LeWitt Studios. I due artisti hanno
reinterpretato alcuni tra i 3.800 costumi che illustrano la
storia del festival: legandoli, annodandoli, sovrapponendoli,
hanno costruito nuove combinazioni che ne catturano il fascino e
i dettagli.
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