(di Elisabetta Stefanelli)
Il gioco, la danza, la bellezza dei
corpi ma anche la concentrazione, l'impegno, l'istante prima
dello scatto e il sorriso della vittoria. C'è l'immagine dello
sport nella sua ricchezza e complessità in Portraits of sport,
un progetto fotografico che raccoglie 35 ritratti realizzati da
un grande fotografo: Fabio Lovino. Dall'11 al 19 marzo a Palazzo
Merulana a Roma.
"Nel tempo ho fotografato tanti sportivi per motivi diversi,
dalle copertine ai servizi di moda, atleti ed atlete che hanno
vinto le olimpiadi o, ad esempio, grandi servizi come quello per
Io Donna, che vedeva tutte le atlete delle Olimpiadi formare una
scritta sul modello dei Momix, che riproduceva l'Italia. Da quel
servizio cercando di tirare fuori sport minori: le veliste, il
canottaggio, il pentatlon, mountain bike, judo e ante non solo
le più famose". Insomma il grande fotografo delle star, che ha
portato dietro il suo obiettivo Nanni Moretti, Marco Bellocchio,
Margherita Buy, David Lynch, Robert De Niro, Martin Scorsese,
Tilda Swinton - solo per citarne alcuni - dice che questa mostra
nasce anche dal fatto che nel tempo ha arricchito "l'archivio
con tanti volti di sportivi". "Io non ero tanto convinto ma
avevo tanto materiale e tante foto alle quali tenevo e che mi
rappresentavano. Poi Roberta De Fabritiis, curatrice della
mostra e una delle fondatrici di Sport Senza Frontiere, ha
saputo fare un'ottima scelta. Questa loro onlus poi garantisce
lo sport ai meno abbienti, e questo mi sembra bellissimo. C'è un
forte interessamento per portare la mostra in giro nel mondo e
ampliarla, dovremo includere Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi
per esempio. Personalmente non avrei messo nessuno del calcio,
ma poi ho ceduto su Gianluca Vialli, nell'ottica di un discorso
sulla pulizia nello sport e sulle tante vittime di malattie
dovute all'uso di sostanze sbagliate".
Insomma col passare del tempo "ho raccontato uno sport
diverso, che è anche ma non solo bellezza, è valore sociale. C'è
una foto di Max Biaggi, due minuti prima di scendere in pista,
concentrato nella meditazione sulla gara. Nei box non ci deve
stare nessuno prima della gara, io potevo stare lì un po'
nascosto e ci lanciavamo occhiate di complicità. Ho colto il
momento prima che diventasse un proiettile". Ma l'idea è anche
quella di testimoniare tutti gli sport, tuffi, nuoto,
motociclismo, basket, sci, judo, karate pugilato. "Alla mostra
verranno Cammarelle, Blandamura e poi Busà perché loro si sono
esposti tanto nella battaglia contro il bullismo".
Ci sono foto più posate, altre giocose: "Gli atleti sono
tutti ragazzi e giocano. Quadarella, 3 medaglie d'oro, venne da
me per un servizio e si era dimenticata le medaglie: 'forse ce
l'ho nel cassettino della macchina' mi disse ed era veramente
lì. Busà lo vado a fotografare in un centro olimpico 'Ma mi devo
portare il kimono? sta a lavare', mi dice. Sono ragazzi con un
approccio disincantato, un afflato di purezza bellissimo". Con
Vialli poi "è stato un incontro stupendo per una copertina:
doveva tirare una palla, ne presi una enorme da pilates. Sento
un botto: aveva steso l'art director e il truccatore".
"A quali sono legato? A tutte sono legato. Ci sono loro,
atleti che sanno di essere appesi ad un filo e in un attimo
tutto può cambiare. Ed io col mio metodo di attesa, che li
intrattengo aspettando il momento e tirare furi l'attimo che li
coglie veramente".
L'iniziativa è promossa e organizzata da Sport Senza
Frontiere con l'occasione dell'Acea Run Rome The Marathon e
colloca la mostra nel calendario degli eventi speciali promossi
dalla Maratona di Roma. Si svolgerà infatti proprio a cavallo
della famosa competizione sportiva del 19 marzo. La mostra offre
la possibilità, attraverso l'acquisto delle foto esposte
(tramite asta), di sostenere le attività di Sport Senza
Frontiere. Inoltre è possibile fare una donazione a questo link
e partecipare all'estrazione di un premio dall'11 al 30 marzo:
un ritratto personale o di famiglia, realizzato da Fabio Lovino.
La mostra gode del Patrocinio del Coni e della collaborazione di
Palazzo Merulana e della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, che
offre una splendida location al progetto, di CoopCulture ed
Esco.
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