ROMA - Oltre trenta opere di Giuseppe Penone invadono le sale dense di minerali della Galleria Borghese con il loro afflato di natura e materia organica per poi attraversare anche i luoghi più inediti dei giardini, da quello dell'Uccelliera a quello, eccezionalmente aperto, della Meridiana. Dal 14 marzo al 28 maggio 'Giuseppe Penone. Gesti Universali', a cura di Francesco Stocchi, propone un itinerario nell'opera del maestro dell'Arte povera tra gli anni Settanta ai primi anni del Duemila che attraversa e invade le sale di capolavori che fanno vibrare il marmo.
Si parte dal Salone Mariano Rossi con l'installazione Soffio di foglie e Respirare l'ombra con alberi veri scortecciati. "L'albero è un elemento vivente che movimenta la sua forma nella sua struttura - spiega l'artista, nato a Garessio il 3 aprile 1947 -, è una forma che nasce dalla necessità della sua vita. Come se uno scultore riuscisse a fare una scultura che giustifica la sua vita".
Poi la mostra prosegue nella sala di Apollo e Dafne, avvolta dal profumo forte dell'alloro con il respiro che diventa scultura mettendo in pratica il mito narrato nelle Metamorfosi di Ovidio. "L'idea del respiro è l'altra linea portante della mostra - dice ancora Penone - e il mio lavoro è quello di renderlo visibile attraverso l'opera". Fino alla Sala degli Imperatori e a quella di Enea e Anchise con la Pelle di cedro in cuoio così come Pelle di marmo e spine d'acacia, dove proprio la pelle è il nodo delle tre età rappresentate nel gruppo scultoreo.
Poi le opere di Penone si aprono verso l'esterno del palazzo ("qui c'è la fusione tra natura e forma antropomorfa", spiega l'artista), nel Giardino dell'Uccelliera e nel Giardino della Meridiana per attraversarli con il metallo delle sue sculture antropomorfe penetrate dagli alberi e dai cespugli ("bambù, biancospino, edera, gelsomini, alberi da fusto e cespugli", dice Penone) dei Gesti vegetali. "Per costruire tutta la mostra, che racconta un periodo ampio della mia produzione, sono scelte che ho fatto - spiega Penone all'ANSA - annusando lo spazio, cercando di abitare la sensazione dello spirito del luogo e delle opere presenti". Luogo che Penone dice di non aver tanto frequentato nella sua vita: "La Galleria Borghese non l'ho visitata molto, una volta tantissimi anni fa e poi una seconda più di recente ma il piano superiore ad esempio quasi non lo conosco".
La direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti sottolinea, aprendo il percorso di visita della mostra, che si tratta di un nuovo capitolo di dialogo tra il museo e l'arte contemporanea: "In questo caso le opere della collezione sono messe in rapporto e dialogano con la natura e il mondo organico degli interventi di Penone, scelte nella produzione dei suoi vari anni proprio per le sale. E' una riflessione sulla scultura e su come si può produrre in una terza dimensione". Spiega invece il curatore Francesco Stocchi che "si mette in relazione il tempo naturale con il tempo storico".
La mostra è stata realizzata grazie al supporto di Fendi, sponsor ufficiale, ed è accompagnata da un catalogo edito da Electa con un'intervista all'artista di Francesco Stocchi e un saggio di Andrea Cortellessa.
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