TORINO - Tredicimila visitatori hanno affrontato ore di fila nel fine settimana di apertura della mostra "Civiltà dei Grandi Fiumi", inaugurata il 3 marzo a Zhengzhou, nella provincia dello Henan, Cina centrale, che per la prima volta vede dialogare le culture sviluppatesi a migliaia di chilometri di distanza lungo le sponde dei fiumi Nilo, Eufrate, Tigri, Indo, Fiume Giallo (Huanghe) e Fiume Azzurro (Yangtze Jiang).
In mostra circa trecento pezzi, di cui la metà proviene da quattordici musei cinesi, e altrettanti, per la parte egiziana e mesopotamica, da quattro musei italiani: Egizio, Musei Reali e Museo d'Arte Orientale di Torino e Museo Barracco di Roma. Il museo di Zhengzhou, circa quindicimila metri quadrati, è in un nuovo quartiere dedicato alla cultura, che include il Museo della scienza e delle Belle Arti. In un raffinato allestimento su 1.500 metri quadrati, gli elementi più significativi delle differenti culture, su vita, morte, culti e credenze, sono illustrati da pezzi in bronzo, terracotta e legno, dal 5.000 a.C. fino al secondo secolo dell'era cristiana. Papiri egiziani, tavolette mesopotamiche con iscrizioni cuneiformi, ossa oracolari e carapaci con pittogrammi cinesi, mettono a confronto le prime scritture della storia dell'umanità. Sarcofagi egiziani, piccole mummie di animali, riproduzioni in terracotta di persone e delle abitazioni cinesi poste nelle tombe ad accompagnare i morti, spiegano i riti e la visione della morte tra i diversi popoli. La mostra è curata da parte italiana dal direttore del Museo Egizio Christian Greco e dal professore Stefano de Martino dell'Università di Torino. All'inaugurazione era presente il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Pechino, professor Federico Antonelli. Organizzata dalla società italiana Arteficio, la mostra resterà aperta fino al 3 giugno, e rientra nel quadro delle attività dell'Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina.
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