Un dialogo aperto tra arte
contemporanea e industria Made in Fvg: è il filo conduttore
della mostra "Peripheral Memories", visitabile nello spazio
espositivo Make di via Manin a Udine fino al 2 aprile.
Attraverso espressioni dell'arte contemporanea, la
collezione, di cui è curatrice Chiara Isadora Artico, valorizza
il ruolo socio-culturale che alcune imprese hanno rivestito
nella storia recente del Friuli Venezia Giulia. Ideato
dall'associazione IoDeposito, il progetto ha coinvolto artisti
italiani e internazionali che, a seguito di residenze artistiche
in aziende partner, hanno creato opere capaci di filtrare la
memoria collettiva di quei luoghi e di esplorare il denso
intreccio di relazioni tra comunità, territorio e tessuto
produttivo. Tra opere d'arte visiva, installazioni e live
performance, ogni lavoro - spiegano i promotori - è frutto di
una ricerca sugli immaginari collettivi dell'industria "Made in
FVG". In mostra, le opere e le installazioni di Boris Beja
(Slovenia), Deimion "Peim" van der Sloot (Olanda), Laura
Santamaria (Italia), Neja Tomšič (Slovenia).
I cerchi metallici dell'installazione "Carro" di Laura
Santamaria richiamano l'importanza simbolica del ferro in Friuli
Venezia Giulia, soprattutto come tramando di memorie e saperi
artigianali tra generazioni. Il saper fare, la maestria nel
lavorare la materia è anche tema di "Galeb", la serie di dipinti
di Neja Tomšič che ritrae il restauro della storica imbarcazione
slovena, connettendone il portato culturale-simbolico
all'aspetto materiale. Il vento, il mare, il sale, sono per
Boris Beja gli elementi distintivi del carattere della zona alto
adriatica, rappresentandone la capacità di adattamento e di
autentica apertura verso l'altro. L'olandese Peim van der Sloot
riporta alla luce le storie nascoste di diverse imprese del
monfalconese, incoraggiando lo spettatore a interpretare e a
trovare un significato negli interventi grafici minimalisti
dell'artista.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA