di Ida Bini
Disegni, dipinti, istallazioni,
ceramiche, grafiche, libri d'artista: sono le opere presenti
nella retrospettiva "Primarosa Cesarini Sforza - La materia e il
perimetro", che il Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma
ospita dal 5 aprile al 2 luglio.
La mostra, a cura di Michela Becchis, ripercorre i 50 anni di
attività dell'artista, dagli esordi al lungo periodo americano
fino alle ultime creazioni. Le opere esposte ricostruiscono la
lunga carriera di Primarosa Cesarini Sforza e la sua costante
capacità di confrontarsi con la materia, che l'ha portata a
sperimentare le più disparate tecniche creative, e di
intrecciare relazioni, di dialogare con l'arte del suo tempo
senza far venire meno la solidità della sua ricerca.
Allestita in una scomposizione critica per periodi, la mostra
offre ai visitatori un esauriente spaccato del lungo percorso
artistico di Primarosa Cesarini Sforza, che ha indagato con cura
il suo tempo in ogni suo mutamento intimo e collettivo. Il
titolo dell'esposizione nasce dalle due coordinate che hanno
contrassegnato il suo lavoro artistico: da un lato il confronto
con la materia che l'ha spinta a provare forme diverse e
dall'altro un uso della memoria come perimetro dentro cui
confrontarsi, una memoria che è chiave di interpretazione del
suo essere sempre nella contemporaneità.
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali e in collaborazione con KMSTUDIO e TraLeVolte,
l'esposizione offre ai visitatori il lavoro incessante
dell'artista che, solo visto nella sua interezza, dimostra la
compattezza intorno ai due concetti di materia e perimetro. Vi
sono esposti anche inserti scritti nei quali l'artista racconta
la sua biografia, oltre a cataloghi degli anni newyorkesi e
documenti - fotografie e registri - sul successo delle sue opere
all'estero, da New Delhi a Istanbul, dall'Iran all'Argentina.
Aperta dal 5 aprile al 2 luglio, dal martedì alla domenica,
dalle 9 alle 19, la mostra "Primarosa Cesarini Sforza - La
materia e il perimetro" ha anche un catalogo, edito da AAIE
Center for Contemporary Art.
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