Un soprano vestito con un sontuoso
kimono, i capelli in alto alla maniera cinese, l'incidere lento
ed elegante ferma una persona tra il pubblico, le chiede se
vuole ricevere in 'dono' il canto di un lied di Schubert, la
invita a sedersi e comincia a cantare fissandola negli occhi per
vivere in maniera il più possibile connessa quell'esperienza. E'
quanto avviene da oggi al 4 giugno al Mao di Torino, quarto
museo al mondo, dopo il National Museum of Modern and
Contemporary Art coreano, il Pompidou di Parigi e il
Metropolitan di New York, ad ospitare 'Sonic Blossom',
performance sonora del celebre artista taiwanese Lee Mingwei,
nell'ambito della mostra 'Buddha 10 reloader' da domani al 3
settembre.
A presentare l'opera-performance, che viene ripetuta a
determinati orari della giornata, c'erano il direttore del Mao,
Davide Quadrio, il direttore del Conservatorio di Torino,
Francesco Pennarola, coinvolto nel progetto "anche perché è
sempre più fondamentale portare le arti fuori dai suoi templi e
coinvolgere artisti e pubblici in eventi inediti in grado di
sorprendere il pubblico" ed Eric Battaglia, docente del
Conservatorio che ha formato le 8 cantanti coinvolte.
'Sonic Blosson', hanno spiegato il direttore Quadrio e lo
stesso Mingwei, si inserisce nella mostra su Buddha
interpretando i valori chiavi del pensiero mistico buddista
'compassione' e 'dono'. "L'arte è di per se un dono, passaggio
di pensiero, amore e patos tra l'autore e il suo pubblico -
spiega l'artista - e qui vogliamo dare una rappresentazione viva
di tutto questo". Oggi è stata anche presentata al pubblico la
nuova terrazza del Mao, museo di arte orientale più visitato in
Italia, in corso di una ristrutturazione strutturale e
culturale.
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