(di Massimo Dantoni)
Sono trascorsi quattro
anni dall'ultima esposizione all'aperto dei celebri "Archi di
Pasqua" (detti anche "di Pane") di San Biagio Platani
(Agrigento), tradizione che affonda le sue radici nella seconda
metà del XVII secolo e che ha reso celebre questo piccolo borgo,
visitato ogni anno da migliaia di turisti.
La pandemia infatti ha fermato per ben tre edizioni, anche
una delle più interessanti tradizioni siciliane, che mescola
memoria popolare e devozione religiosa, ma anche sapere
artigiano e spirito artistico contemporaneo. Ma, finalmente, è
giunto il momento della ripartenza. E così, le confraternite
sanbiagesi dei "Madunnara" e dei "Signurara" (evidenti i
riferimenti a Maria e al figlio Gesù), che da sempre danno vita
alla realizzazione di queste imponenti architetture effimere,
sono al lavoro perché la ripresa di questa tradizione avvenga in
grande stile, con l'obiettivo di attrarre e stupire i
visitatori, provenienti da ogni dove. "Si tratta dell'unico
esempio di arte popolare collettiva in Sicilia", dice il sindaco
Salvatore Di Bennardo.
Una manifestazione su cui il comune ha potuto effettuare un
nuovo investimento dopo essersi aggiudicato il "Bando Borghi"
promosso dal ministero della Cultura e finanziato con fondi del
Pnrr. Domenica 9 aprile, giorno di Pasqua, l'inaugurazione
dell'esposizione degli "Archi di Pane", che rimarranno
installati per fino al 14 maggio, nel corso principale del
paese.
Gli "Archi" di San Biagio Platani rappresentano una
tradizione unica perché vengono costruiti con prodotti della
natura: dai salici intrecciati con le canne ai mosaici di legumi
e cereali. E inoltre: porte, fontane, volte e cupole decorate a
mosaico. Ad essere riprodotti attraverso la lavorazione
artigianale del pane sono anche fonti battesimali, quadri
religiosi, fiori, nidi di uccello e persino alberi. Il tutto è
frutto della maestria e dell'inventiva degli abitanti del paese.
L'esposizione di queste singolari architetture, che rendono
omaggio alla Resurrezione del Cristo, attira puntualmente
l'interesse di migliaia di turisti, curiosi di assistere ad uno
spettacolo diffuso, dalla forte connotazione identitaria.
"Questa tradizione - osserva il sindaco Di Bennardo - è al
centro della nostra stessa azione amministrativa, perché
coinvolge l'intera comunità e perché è nostro obiettivo quello
di trasmettere ai giovani il patrimonio storico e culturale
degli 'Archi'. Vogliamo che le nuove generazioni conoscano e si
approprino delle radici e della memoria storica, diventando così
attori principali nella tutela e valorizzazione delle proprie
ricchezze".
Attorno alla manifestazione il comune sta programmando
iniziative diverse di valorizzazione del territorio a fini
turistici: da una rassegna estiva all'introduzione di strumenti
innovativi per la fruizione del "Museo degli Archi di Pasqua". E
sarà indetto anche un concorso internazionale per architetti,
designer, studenti e ingegneri incentrato sulla progettazione e
sulla realizzazione di padiglioni di architettura che possano
incarnare, in chiave contemporanea, la tradizione degli "Archi
di Pasqua", stimolando la ricerca di nuovi materiali e
tecnologie. All'orizzonte c'è anche un gemellaggio con le
tradizioni della "Semana Santa" spagnola, il varo di un progetto
di ospitalità per artisti provenienti da diverse parti del mondo
e la realizzazione di un "Centro di documentazione del
patrimonio culturale immateriale del territorio sanbiagese", con
la nascita di itinerari esperienziali che, partendo dalla visita
ai laboratori permanenti degli "Archi di Pasqua", permetteranno
ai visitatori di vivere l'incontro con la comunità attraverso,
passeggiate in natura, visite in azienda guidate dai pastori
locali e produttori dell'agroalimentare.
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