Sbarcano domani in piazza San
Marco i "Carnevali della tradizione", in visita al Carnevale di
Venezia 2023, per dare vita ad esibizioni popolari che sapranno
affascinare il pubblico.
L'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia (Unpli) porta in Piazza
le maschere della tradizione, dalla Puglia alla Sicilia,
passando per il Piemonte, la Basilicata, il Molise, la Calabria
e la Sardegna. Dieci i gruppi selezionati, con oltre 200
figuranti, legati dal comune denominatore di esibizioni che si
tramandano da generazioni con un legame storico con l'identità
del territorio.
La partecipazione dei Carnevali della tradizione si inserisce
nel generale palinsesto di spettacoli diffusi e di altri gruppi
a San Marco e nei teatrini del Carnival Street Show, coordinati
da Massimo Andreoli.
Dalla Puglia arriveranno le maschere tipiche "Domino" e
l'"Omene Curte": il primo una maschera elegante e misteriosa che
ha ispirato opere liriche, comiche e drammatiche, il secondo una
maschera creata dalla povera gente. La Basilicata porta la sua
storia con la tradizione delle maschere di Tricarico, "I
Mash-kr", personificazioni del toro e della mucca che
trasformano il corpo in un elemento simbolico che ci parla
attraverso i segni. Le forze della natura saranno protagoniste
del Carnevale di Alessandria del Carretto, in Calabria,
attraverso "U pohicinelle bielle" e "U pohicinelle brutte", due
maschere dai tratti particolari. Tra gli altri costumi
"l'Uerse", maschera bestiale con grandi corna, e "a Coremme" che
simboleggia la Quaresima con il ruolo di chiudere la festività.
Dalla Sicilia arriveranno i "Giardinieri" di Salemi, una
maschera che risale all'età tardo-ottocentesca dell'antica
maschera dello "Scalittaro". Il carnevale di Fonni, in Sardegna,
arriva a Venezia con le antiche maschere de "s'urthu" e "sos
buttudos" che rappresentano la lotta quotidiana dell'uomo contro
gli elementi della natura. Altre sono "Sas Mascheras Limpias"
che rappresentano l'eleganza, la bellezza, il bene. Il "Bataru"
e la "Maribela" maschere tipiche di Agnona, in Piemonte,
arrivano a Venezia portando con loro una storia una storia
legata alla dominazione francese. Dal Molise arriverà infine "il
Diavolo di Tufara", espressione simbolica del contrasto tra la
vita e la morte, tra il bene e il male.
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