VENEZIA - La maestria di Vittore Carpaccio fa ritorno a Palazzo Ducale con la mostra monografica "Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni, allestita nell'Appartamento del Doge di palazzo Ducale, visitabile fino al 18 giugno prossimo.
La mostra è organizzata da Fondazione Musei Civici e dal Comune di Venezia in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, ed è a cura di Peter Humfrey, con Andrea Bellieni e Gretchen Hirschauer. Alla presentazione hanno partecipato la presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia Mariacristina Gribaudi, il sindaco Luigi Brugnaro, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
La monografica inaugurata oggi propone 70 opere, di cui 42 dipinti e 28 disegni, sei dei quali sono recto/verso. Sono state riunite soprattutto opere oggi in musei e collezioni internazionali, oppure in chiese degli antichi territori della Serenissima, dalla Lombardia all'Istria e alla Dalmazia, nell'ottica di illustrare la varietà e l'altezza della pittura di Carpaccio, seguendone anche l'evoluzione.
"Questa mostra - ha sottolineato Bellieni nella presentazione - riporta a Venezia tantissime opere di Carpaccio disperse nel mondo. E' una mostra che intende restituire Carpaccio in una dimensione che non è soltanto quella nota a tutti del grande racconto storico, del grande scenografo, del grande regista della Venezia del 1400 ma anche il pittore alto, spirituale, che ha una profondità di interpretazione assolutamente originale e propria. Quindi un Carpaccio non soltanto decorativo, che si ferma alla narrazione, ma un pittore di una profondità non certamente inferiore a quella degli altri grandi pittori suoi contemporanei".
All'interno del percorso espositivo vi è un'opportunità unica, quella di ammirare, finalmente riunite, le due parti di una scena compiuta ed unitaria, ma separate in circostanze sconosciute verso la fine del Settecento. Si tratta delle "Due dame" del Museo Correr di Venezia, e de "La caccia in Laguna", oggi al Getty Museum di Malibu. Carpaccio le aveva raffigurate entrambe su quella che, in origine, quasi certamente era un'anta di porta a soffietto.
"Mi sento molto legato a questo artista di cui ho fatto diverse monografie - ha detto Sgarbi - e ritengo che fare una mostra su Carpaccio sia un impegno che lega in modo definitivo lo Stato e il Comune di Venezia. Sarà una mostra della città di Venezia, perché il primo pittore di città è proprio Carpaccio: vede nelle meraviglie di arte orientale e bizantina un mondo che non esiste, che è un sogno, il sogno di Venezia. Ma allo stesso tempo è Venezia, lo si scorge dalle barche, dai ponti, dai fondali dei dipinti".
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