Cristina Roccati, la terza donna a laurearsi al mondo - la prima fu la veneziana Elena Lucrezia Corner -, la seconda in una materia scientifica dopo Laura Bassi, che insegnava a Bologna all'Alma mater dove lei ''straniera'' di Rovigo poi si laureò: ''aveva raggiunto la laurea a 18 anni, impossibile oggi ma non così all'epoca''. E lì visse tra il 1732 e il 1797. ''È stata apprezzata nel suo passaggio nell'ambiente intellettuale e scientifico di Padova e della sua università ma senza lasciare echi di particolare fama.
Poi si era 'ritirata' a Rovigo, lì era diventata la 'Principessa' dell'Accademia dei Concordi, non senza sollevare dissensi e lì aveva insegnato fisica ai suoi concittadini. Nel frattempo aveva continuato a creare componimenti poetici, con un successo che non le garantirà comunque un posto nella storia della letteratura italiana''. Nessun primato dunque, ma qualcosa di eccezionale Cristina lo aveva veramente fatto, al punto da convincere Rovigo a dedicarle finalmente ora una mostra nella sua città: ''aveva confermato che le donne hanno diritto, ma soprattutto capacità, di studiare materie scientifiche, alla pari dei loro colleghi maschi''. Lo racconta Sergio Campagnolo nel catalogo di ''Cristina Roccati, la donna che osò studiare fisica'', la mostra a Rovigo, al Palazzo Roncale fino al prossimo 21 aprile 2025. Ma c'è da chiedersi, guardando la presenza maschile imperante, dalla toponomastica ai libri di storia, ma un uomo per meritarsi il ricordo dei posteri deve aver fatto tutto questo? Cristina Roccati ha fatto direi anche di più di molti colleghi, e non, uomini che arredano con statue le nostre piazze. La mostra ne descrive la vita e gli studi, lo spirito innovativo, attraverso documenti, oggetti, immagini che collocano la sua figura e il suo lavoro nell'ambito della comunità scientifica femminile che all'epoca operava nel mondo.
Rimasta nell'anonimato, tra mille difficoltà e pregiudizi, in un mondo esclusivamente maschile come testimoniano le immagini dell'epoca che documentano le discussioni delle tesi, ad esempio: una donna al centro, in questo caso Laura Bassi tra mille parrucche accademiche. Ci sono anche le sue lezioni in mostra che, non a caso, ha una curatrice scientifica Elena Canadelli, storica della scienza, e il percorso è impostato nel senso di una riflessione, che purtroppo non è ancora finita, sul ruolo delle donne nella scienza e a favore delle lauree Steam per le ragazze. Una mostra che dal passato allarga lo sguardo sul futuro, non a caso il nome di Cristina Roccati è stato dato ad uno dei telescopi che verranno lanciati in orbita nell'ambito del progetto Plato dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), la cui missione è individuare pianeti extrasolari simili alla Terra. E ancora nel percorso della mostra a Palazzo Roncale si trovano libri esposti, le lettere come quelle indirizzate a Girolamo Silvestri, con una particolare attenzione, visto che siamo nel secolo dei Lumi, ad alcuni strumenti impiegati nel XVIII: dall'apparecchio in legno per studiare gli urti elastici e anelastici, alla macchina per esperienze sulla forza centrifuga, all'apparecchio per la composizione delle forze, fino ai prismi attribuiti a Isaac Newton appartenuti a Francesco Algarotti.
Nata da un'idea di Sergio Campagnolo, la mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il supporto dell'Accademia dei Concordi e del Comune di Rovigo, e la curatela scientifica di Elena Canadelli.
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