The turn of the Screw (Il giro di vite) è l'opera di Benjamin Britten, dall'omonimo romanzo breve di Henry James, che debutta il 19 maggio alle 20.30 al Teatro Ariosto nell'ambito del Festival Aperto di Reggio Emilia (replica il 21 maggio alle 15.30).
L'opera verrà proposta con Icarus Ensemble diretto da Francesco Bossaglia e con regia, ideazione scene e costumi di Fabio Condemi.
Gli interpreti
principali saranno Florian Panzieri, Chiara Trapani, Laura
Zecchini, Liga Liedskalnina.
The turn of the Screw è una ghost story su due bambini
orfani, Miles e la sorella Flora, affidati a un'istitutrice in
una grande dimora di campagna. A poco a poco l'istitutrice,
giovane e inesperta, scopre che i bimbi subiscono l'influenza di
due spiriti, quello di Peter Quint, ex domestico della casa, e
quello di Miss Jessel, l'istitutrice precedente. "Accostarsi ad
un lavoro di Britten, in particolare ad un lavoro vocale, è un
privilegio per qualsiasi musicista e 'Turn of the screw' non fa
eccezione - scrive il direttore Francesco Bossaglia -. Con la
finezza della scrittura per le voci, Britten descrive un preciso
ritratto psicologico dei personaggi e delle loro relazioni; uno
degli aspetti più affascinanti del lavoro di un direttore
d'orchestra o di un cantante è proprio quello di andare a
ricostruire la vera e propria regia che l'autore ci suggerisce
attraverso ogni piccolo segno della partitura".
"Credo che 'The turn of the Screw' non sia solo una
trasposizione musicale del racconto di Henry James - aggiunge il
regista Fabio Condemi - Credo che sia invece una profonda
riflessione sui temi presenti nel racconto, un testo parallelo
che dialoga, si avvicina e si distacca continuamente
dall'originale in un confronto fecondo e attualissimo". Al
centro della vicenda raccontata in Giro di vite (1897) c'è
un'assenza, un centro vuoto attorno al quale gravitano i
personaggi con i loro timori, le loro speranze, i loro sogni. La
disputa sulla realtà\irrealtà degli spettri (che tanto divide
gli esegeti Jamesiani) diventa secondaria in quest'ottica. La
vera questione è interrogarsi su questo vuoto, su quest'assenza,
che trascina tutti i personaggi in una spirale discendente e
inarrestabile.
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