Il 18 gennaio 2024 le sezioni unite della Corte di Cassazione si sono pronunciate sul saluto romano e il rito del 'presente', stabilendo che possono integrare il delitto previsto dall'articolo 5 della Legge Scelba ove "avuto riguardo a tutte le circostanze del caso", siano idonei "a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista". La decisione - in relazione ad una vicenda dell'aprile del 2016 ed avvenuta a Milano nel corso di una commemorazione di Sergio Ramelli, Carlo Borsani ed Enrico Pedenovi - è arrivata in un periodo segnato dalle polemiche seguite alla commemorazione dell'eccidio di Acca Larentia ed è citata nella prefazione, firmata da Franco D'Emilio, al libro 'Anche i fascisti hanno diritti. Settant'anni di processi al saluto romano' (Edizione Fondazione Memoria Predappio), di Francesco Minutillo.
L'avvocato penalista forlivese, esponente della destra romagnola che si è occupato di varie vicende di questo tipo, assistendo una cinquantina di imputati e indagati con ipotesi di reato legate alle Leggi Scelba e Mancino, parte dalla propria esperienza e ripercorre, in un quadro d'insieme, settant'anni di legislazione e giudizi.
"E' dunque un diritto essere Fascisti nell'Italia del 2024 - si legge tra l'altro nella presentazione del volume - è un diritto fare il Saluto Romano, è un diritto onorare i defunti della Repubblica Sociale, i martiri Fascisti e dell'Msi, come Sergio Ramelli (...). Tutti questi diritti sono perfettamente riconosciuti dalla Costituzione e dalle Leggi dello Stato italiano. Ad affermarlo sono numerosissime sentenze che, da decenni, sfatano un pezzo dopo l'altro la demonizzazione di tutto quanto sia Fascista. Con buona pace di novelli partigiani e sinistroidi militanti".
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