AJACCIO - Dall'Aglianico al Vermentino, sono 26 le varietà di vite che potrebbero presto tornare a essere liberamente commercializzate dall'area infetta da Xylella fastidiosa in Puglia. Con un progetto finanziato dalla Regione, i ricercatori dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari hanno dimostrato in modo definitivo che il ceppo pugliese del batterio non attacca la vite. Lo studio, durato due anni, è stato presentato alla seconda conferenza europea sulla Xylella fastidiosa, organizzata da Efsa, in corso ad Ajaccio. La ricerca amplia quella che nel 2017 aveva permesso la deroga alle restrizioni Ue per la movimentazione di tre varietà (Negroamaro, Primitivo, Cabernet Sauvignon).
La vite è una specie che può essere contagiata da Xylella fastidiosa, come accade in California, dove procura danni stimati in circa 100 milioni di dollari l'anno. Per questo le regole Ue prevedono l'obbligo di un trattamento con acqua calda prima della commercializzazione delle piante, e delle loro parti, che provengono da zone infette. I risultati dei ricercatori sul ceppo pugliese, però, potrebbero essere la premessa per la 'liberazione' delle 27 varietà dall'obbligo della termoterapia.
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