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Budapest: "Nessuna proposta al Consiglio per la fine anticipata della presidenza"

Budapest: "Nessuna proposta al Consiglio per la fine anticipata della presidenza"

Il premier ungherese al presidente del Consiglio europeo Michel: "Mai parlato a nome dell'Ue"

Bruxelles, 10 luglio 2024, 18:41

Redazione ANSA

ANSACheck
Budapest: "Nessuna proposta al Consiglio per la fine anticipata della presidenza" © ANSA/AFP

Budapest: "Nessuna proposta al Consiglio per la fine anticipata della presidenza" © ANSA/AFP

BRUXELLES - "Al Coreper non c'è sul tavolo nessuna proposta per abbreviare la presidenza ungherese". Lo ha detto Janos Boka, ministro ungherese per gli Affari europei, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.

Il premier ungherese Viktor Orban ha informato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ed altri leader dell'Ue sui risultati delle sue visite in Cina e Russia, sono informazioni confidenziali e tocca ora alle istituzioni europee e gli Stati membri cosa fare con queste informazioni. Lo ha detto Janos Boka, ministro ungherese per gli Affari Europei. "Orban non ha mai parlato a nome dell'Ue ed è a conoscenza delle sue responsabilità", ha detto, sottolineando che non è stato possibile informare prima i partner o le istituzioni vista "la natura delicata delle visite", che sono state possibili "in questa sequenza" solo ora.

"Lo stile della nostra presidenza", ha detto Boka parlando ai giornalisti". Parlando della gestione dell'immigrazione, ha detto che c'è una maggioranza dei Paesi Ue composta da 15 Stati, che è intenzionato a discutere della esternalizzazione del processo di asilo con soluzioni creative". "La presidenza ungherese procederà in questo senso ed esplorerà la possibilità di nuove partnership con Paesi terzi", ha aggiunto Boka.

La posizione dell'Ungheria, ha detto ancora parlando degli aiuti all'Ucraina, "non è bloccare o sbloccare il Fondo Europeo per la Pace", ma il suo uso futuro. "Anche alla luce dell'accordo trovato al livello del G7 che ha particolari per noi non chiari", ha rimarcato. "Saremo nella posizione di rivedere la nostra posizione quando ci sarà chiaro come verrà usato l'Epf in futuro". Budapest pone il veto bloccando 6,6 miliardi di euro destinati al sostegno militare per Kiev.

L'Ungheria, nel corso della discussione al Comitato dei rappresentanti permanenti, ha sostenuto che le visite di Viktor Orban erano "strettamente bilaterali" e solo per "sondare la fattibilità e le condizioni per un cessate il fuoco". Ma 25 ambasciatori - a quanto si apprende - hanno detto molto chiaramente che tale argomentazione "non era credibile". Nessuno ha sollevato la questione della fine o della riduzione della durata della presidenza, né sono state presentate o adottate misure concrete, ma un messaggio "chiaro" è stato inviato, con "un consenso quasi unanime".

Gli ambasciatori non hanno considerato credibili le argomentazioni dell'Ungheria visti "i tempi, la sequenza degli incontri, l'uso degli hashtag della presidenza di turno nelle comunicazioni ufficiali" e, non ultima, la reazione di Vladimir Putin. "I confini erano chiaramente e deliberatamente confusi, Orban è andato contro la lettera e lo spirito delle conclusioni del Consiglio europeo danneggiando così l'unità dell'Ue", confida una fonte diplomatica. Il servizio giuridico ha poi presentato un'argomentazione "chiara e forte" sul fatto che tutti gli Stati membri sono vincolati dal principio della "cooperazione sincera" e che la Presidenza di turno ha solo un ruolo "limitato" nella rappresentanza esterna dell'Ue.

Un diplomatico europeo ha detto a margine della discussione in Coreper che "ci sono voluti nove giorni perché la presidenza ungherese perdesse ogni briciolo di fiducia che era rimasta". "Gli Stati membri hanno chiaramente scoperto il bluff di Orban e sono stati molto duri nel condannare le azioni di Budapest, che tuttavia non sta svolgendo il suo ruolo di onesto mediatore". Le azioni di Orban "non sono al servizio dell'Ue o della pace", ma "fanno il gioco di Putin e del suo progetto di guerra" aggiunge la fonte, secondo cui "lo slogan ungherese di Rendere di nuovo grande l'Europa, in questa fase, significa piuttosto rendere di nuovo grande la Russia".

"Questo è stato un chiaro cartellino giallo per l'Ungheria e un forte messaggio che Orban sta svolgendo le sue attività a titolo personale" spiega il diplomatico, ribadendo che il premier ungherese "non rappresenta l'Ue o gli Stati membri". "Non ci può essere alcuna confusione al riguardo né nell'Ue né tra i nostri partner internazionali" spiega.

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