"Ogni giorno che questi articoli
restano" disponibili alla lettura, si "aggrava ulteriormente
l'attacco ai diritti all'immagine e alla vita privata"
dell'ispettore e dello Stato, aveva sostenuto il Belgio nel suo
ricorso, senza tuttavia specificare, viene spiegato dal
tribunale, il "danno significativo" che avrebbero subito.
"Le informazioni desunte dal video, dagli articoli e forse
soprattutto dalla registrazione telefonica contestata
contribuiscono senza dubbio a un dibattito di interesse generale
suscettibile di interessare il pubblico", ha sottolineato la
giudice del tribunale di Namur, indicando che "è importante che
cittadini, lettori e utenti di Internet siano consapevoli di
alcune pratiche di polizia in questo tipo di casi
particolarmente delicati" e che "queste informazioni non possono
quindi essere considerate relative alla vita privata
dell'ispettore". Anche l'ispettore rientra "nella categoria dei
personaggi pubblici che devono necessariamente tollerare una
certa esposizione mediatica", viene aggiunto.
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