La giustizia belga ha in gran
parte respinto il ricorso presentato dal Belgio contro la
testata SudInfo per la pubblicazione di alcuni articoli sul
cosiddetto Qatargate. Il tribunale di Namur ha giudicato
infondata la richiesta dello Stato di rimuovere le pubblicazioni
contestate, stabilendo che la pretesa di "censura preventiva" è
"contraria alla Costituzione".
Il ricorso era stato presentato da un investigatore della
polizia federale, sostenuto dal governo rappresentato dalla
ministra dell'Interno Annelies Verlinden, dopo essersi ritenuto
identificabile in diversi articoli apparsi sul quotidiano
cartaceo e online sul presunto scandalo di corruzione che ha
coinvolto il Parlamento europeo, emerso il 9 dicembre 2022.
L'ufficiale aveva intrapreso un'azione legale urgente per
ottenere la rimozione dei testi ancora disponibili sul web e
impedire al quotidiano di pubblicare contenuti simili in futuro.
Nella sua sentenza di primo grado, pubblicata da SudInfo e
dall'Associazione dei giornalisti professionisti francofona
(Ajp), il tribunale definisce "sconsiderata" e "visibilmente
contraria alla Costituzione" la portata della richiesta di
censura preventiva.
Gli articoli oggetto del contenzioso fanno riferimento alla
registrazione di una conversazione intercorsa tra l'ispettore
capo della polizia di Bruxelles, Ceferino Alvarez-Rodriguez, e
uno degli indagati del Qatargate, Francesco Giorgi, depositata
agli atti a febbraio dallo stesso Giorgi. Nel corso di quel
colloquio, l'ufficiale aveva messo in dubbio l'attendibilità
dell'ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, ritenuto
l'anima della presunta trama di corruzione, aggiungendo di non
aver alcuna fiducia nella giustizia belga.
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