"Le infrastrutture di sicurezza
informatica in Italia sono un colabrodo. Lo hanno dimostrato due
recenti casi di cronaca, gli oltre 7.000 accessi non autorizzati
ai conti correnti di personalità pubbliche effettuati da un ex
dipendente di Intesa Sanpaolo e l'arresto di un hacker che aveva
compromesso i sistemi informatici della Guardia di Finanza e del
Ministero della Giustizia, spiando persino le caselle email dei
magistrati. Ci chiediamo dunque dove siano finiti i fondi del
PNRR dedicati al miglioramento delle capacità di difesa
informatiche del nostro Paese". Lo chiede in una nota Giuseppe
Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.
"L'obiettivo del PNRR sostegno al potenziamento delle
strutture di sicurezza rischia inesorabilmente di fallire, così
come la stessa Corte dei Conti europea ha certificato nella sua
ultima relazione annuale. Per denunciare questo spreco di
risorse pubbliche che danneggia in primis le nostre Istituzioni
abbiamo presentato una interrogazione alla Commissione europea
nella quale chiediamo quali azioni intenda intraprendere per
assicurare che gli obiettivi di cibersicurezza del PNRR sia
raggiunti. Le crepe nella sicurezza informatica delle
Istituzioni italiane - conclude Antoci - rappresentano un regalo
per le organizzazioni criminali e i tentativi di infiltrazione e
condizionamento da parte di Paesi stranieri nella vita pubblica
del nostro Paese e dell'Europa. Basta superficialità, è arrivato
il momento di intervenire".
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