(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Accelerare per non farsi
cogliere impreparati a fine gennaio, quando Donald Trump tornerà
alla Casa Bianca. E trovare la quadra sulla narrazione. È
l'obiettivo del vertice del formato Weimar Plus allargato
all'Ucraina e al segretario generale della Nato Mark Rutte,
previsto a Bruxelles mercoledì prossimo sfruttando la presenza
dei leader nella capitale belga per il summit con i Balcani (il
giorno successivo c'è poi il Consiglio Europeo, al quale
parteciperà Volodymyr Zelensky). Una settimana intensa che segue
al trilaterale di Parigi - dove il presidente eletto americano e
il suo omologo ucraino si sono incontrati all'ombra di Notre
Dame - nonché alla visita di Emmanuel Macron a Varsavia.
Il pensiero corre subito al tormentone del momento, la
missione europea di peacekeeping in Ucraina nel quadro di una
possibile tregua, ma in realtà la situazione è ancora più
complessa, perché prima di arrivare (eventualmente) ai boots on
the ground c'è da vincere la pace con una Russia che ha in mente
di concedere poco o nulla. Il blocco dell'Europa nord-orientale,
tra cui milita la Polonia del 4,7% del Pil nella difesa,
vorrebbe vedere i partner dell'ovest più impegnati
nell'obiettivo di battere Mosca sul campo di battaglia, con
aiuti militari ancora più massicci. Gli inviti sono stati
diramati a Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Italia e
Unione Europea ma sulle presenze effettive vige ancora il più
stretto riserbo. Per l'Ue, affermano fonti bene informate, ci
saranno sia Antonio Costa, il presidente del Consiglio Europeo,
sia Ursula von der Leyen, a capo della Commissione. Anche il
luogo dell'incontro per ora resta misterioso.
Il Weimar Plus è emerso nelle ultime settimane come il gruppo
di nazioni europee più significativo per mettere a terra
strategie realmente incisive, una sorta di direttorio capace di
trascinare e rappresentare gli altri membri dell'Ue e della
Nato. Varsavia, peraltro, il primo di gennaio assumerà la
presidenza di turno e ha in mente un programma centrato sul tema
della sicurezza. La via per un impegno serio dell'Europa non può
che partire da qui. La discussione, naturalmente, sarà poi
traslata al Consiglio Europeo, dove esistono sensibilità molto
diverse. Intanto ci sono i neutrali - Austria, Irlanda, Cipro e
Irlanda - che non appartengono alla Nato. Poi le 'pacifiste'
Ungheria e Slovacchia, molto vicine a Mosca e alla sua
propaganda. In termini di sostegno militare, i 27 esamineranno
allora "i progressi compiuti nella consegna di sistemi di difesa
aerea, munizioni e missili" nonché nella fornitura ai soldati
ucraini "dell'addestramento e delle attrezzature necessarie",
oltre che come fare ad aiutare Kiev a sopravvivere all'inverno.
Certo, le crisi non si fermano all'Ucraina e dunque i 27
discuteranno "della rapida evoluzione della situazione in Medio
Oriente", compreso il modo in cui l'Ue può contribuire al meglio
agli sforzi di de-escalation, l'accordo di cessate il fuoco tra
Israele e Libano e gli "ultimi sviluppi in Siria". "Ci
aspettiamo una discussione sull'articolazione di una politica
comune e senz'altro ci sarà, nelle conclusioni, un passaggio
sulla gioia per la caduta del regime di Assad", assicura una
fonte diplomatica europea.
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