(di Valentina Brini)
"La stabilità politica è un bene
prezioso in Germania". Poche parole per recitare il de profundis
per l'ormai decaduto governo di Olaf Scholz, sciogliere il
Bundestag e aprire la strada alle elezioni anticipate il 23
febbraio. Con il tono ancora grave per "l'ombra oscura" portata
dalla strage di Magdeburgo, il presidente tedesco Frank-Walter
Steinmeier ha aperto la campagna elettorale già incandescente
rivolgendo un altolà all'onnipresente Elon Musk. "L'influenza
esterna è un pericolo per la democrazia: sia quando è nascosta,
come nel voto in Romania, sia quando è aperta e palese, come
avviene in modo intenso su X", ha scandito il capo dello Stato
rispedendo al mittente l'endorsement all'AfD del futuro Doge di
Donald Trump.
Una stoccata dai toni analoghi a quelli usati a novembre dal
presidente Sergio Mattarella, che aveva difeso l'indipendenza
dell'Italia dinnanzi alle scomposte invasioni di campo del
patron di Tesla sui giudici in materia di migranti.
La decisione dell'inquilino di Bellevue, il Quirinale
tedesco, era ampiamente attesa dopo la sfiducia incassata da
Scholz il 16 dicembre, figlia del terremoto politico scatenato
dalla cacciata del ministro delle Finanze, il liberale Christian
Lindner. "Il voto anticipato resta un'eccezione" ma, ha
sottolineato Steinmeier, "in tempi difficili è necessario
garantire la stabilità, un governo in grado di agire e
maggioranze affidabili in Parlamento": tutte condizioni venute
meno con la litigiosa coalizione semaforo guidata dal
cancelliere socialdemocratico insieme a liberali e verdi.
Nonostante la girandola di faccia a faccia con i leader dei
partiti, il presidente della Repubblica è giunto alla
conclusione che il voto - anticipato di sette mesi rispetto alla
naturale scadenza - rappresenta "la strada giusta" per "il bene
del Paese" che, ha voluto rassicurare, gode di tutte le tutele
costituzionali introdotte dopo la traumatica esperienza del
nazismo per consentire alla democrazia di funzionare "anche nei
periodi di transizione".
Una democrazia che Steinmeier - usando appena 11 dei 21
giorni concessi dalla Costituzione per sciogliere il Bundestag -
ha voluto ancora una volta difendere dalle ingerenze straniere
che in Germania si teme possano soffiare forte nelle vele
dell'ultradestra dell'AfD, al secondo posto nei sondaggi con il
19%. La scelta elettorale del 23 febbraio - cruciale per
l'Europa intera - "appartiene solo ai tedeschi", ha rimarcato il
capo dello Stato nella sua risposta indiretta a Musk in un
ideale asse con Mattarella che a novembre evidenziò come
"l'Italia sa badare a se stessa". Poi il richiamo alla
responsabilità nei confronti dei politici nazionali tenuti al
"rispetto" per gli avversari e a tenere la violenza, "un veleno
per la democrazia", lontana dalla disputa.
Dopo Magdeburgo la tensione resta tuttavia altissima, con la
leader dell'AfD, Alice Weidel, impegnata ad alzare il volume
della retorica identitaria e anti-immigrati che ha già
attecchito nei Laender dell'Est. Messi da parte i toni pacati
dei giorni del lutto, Friedrich Merz, il leader della Cdu in
fuga con il 32%, è tornato a invocare "espulsioni anche in
assenza di reati accertati", mentre Scholz - in carica ad
interim fino alla formazione del nuovo governo - continua a
difendersi chiedendo "chiarezza" sui molteplici allarmi ignorati
sul presunto autore della strage, il saudita Taleb Al
Abdulmohsen. La sua ministra degli Interni, la fedelissima Nancy
Faeser, sarà la prima lunedì a riferire davanti alla commissione
Interni.
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