Fu la disfatta simbolo per l'Italia, ancora
bruciante dopo un secolo. Nelle vallate e sugli altipiani
attorno a Caporetto, oggi Kobarid (Slovenia), cominciò il 24
ottobre 1917 una battaglia che si sarebbe conclusa poco più di
un mese dopo con la constatazione del traumatico sgretolamento
del fronte italiano, arretrato di quasi 200 chilometri. La
breccia si aprì dopo due giornate di combattimento e vi si
infilarono le truppe austroungariche e tedesche che affondarono
la baionetta fino al Piave. L'attacco era stato ampiamente
previsto dal comando maggiore italiano, ma i vertici militari ne
avevano sottovalutato portata e obiettivi. I militari sbandati
furono 400mila, diretti verso il Veneto con 600 mila profughi
civili. La nuova linea del fronte fu attestata sul Piave il 9
novembre, come stabilì Cadorna poco prima della sua destituzione
e della nomina di Armando Diaz. Gli alti gradi militari
cercarono subito di attribuire il tracollo al disfattismo
serpeggiante nel Regno e fra i soldati.
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