Un maestro del bianco e nero, da sempre fautore di un'immagine che cattura e ferma la vita quotidiana, ma anche e soprattutto autore di una fotografia di reportage e d'indagine sociale.
E' Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligure 94 anni fa, che ha raccontato con i suoi scatti l'Italia dal dopoguerra a oggi e al quale è dedicata la mostra "Gianni Berengo Gardi - L'occhio come mestiere", unica tappa del nord Italia.
La mostra ha aperto i battenti al Museo
nazionale delle arti del XXI secolo di Roma nel maggio del 2022
per poi spostarsi a Villa Pignatelli a Napoli lo scorso anno.
Allestita nel Salone del Parlamento e nelle sale della
Galleria d'Arte Antica del Castello di Udine, la mostra è stata
inaugurata oggi e propone fino al 15 settembre e per la prima
volta nel capoluogo friulano 192 scatti: una collezione
integrale di stampe vintage originali provenienti dal suo
archivio personale e dal museo romano. Curata da Margherita
Guccione del MAXXI e Alessandra Mauro di Contrasto,
l'esposizione è immaginata come un itinerario cronologico,
topologico e tematico nel modo di vedere e fotografare l'Italia
di Berengo Gardin, ripercorrere i 70 anni di carriera attraverso
le scattate nelle città che più hanno segnato la sua vita
privata e professionale. Da Venezia, dove si è formato, alla
Milano dell'industria, delle lotte operaie e degli
intellettuali, fino ai Cantieri navali di Monfalcone e al
reportage sugli ospedali psichiatrici d'Italia, tra cui quello
di Gorizia, 10 anni prima della legge Basaglia che li fece
chiudere. L'allestimento è pensato come dal mirino a una
struttura che ricorda il soffietto di un banco ottico.
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